Siamo al 30 dicembre e ancora non ci sono notizie certe sul futuro della cassa integrazione per le aziende del turismo. Che da ormai troppe settimane chiedono una decisione e ancora non hanno ottenuto risposta.
Nella legge di bilancio, che sta per essere votata alla Camera con la fiducia, è stato inserito un comma, in specifico il 120, che crea un fondo da 700 milioni di euro per il 2022 per “la tutela delle posizioni lavorative nell’ambito della progressiva uscita dalla fase emergenziale, mediante interventi in materia di integrazione salariale”. In sostanza, c’è uno stanziamento per la Cig, ma non è definito con chiarezza come questo verrà erogato.
Le ipotesi
Nel comma citato, infatti, non si parla di proroga dello strumento attualmente utilizzato, ma di un utilizzo del fondo “disciplinato con successivo provvedimento normativo”. Che può voler dire molte cose, dalla creazione di un nuovo provvedimento, che magari modifica il perimetro delle aziende a cui è permesso l’accesso alla cassa, alla proroga dell’esistente, definita in un prossimo Consiglio dei ministri.
Il dibattito politico
Nella giornata di ieri, intanto, sono iniziate le pressioni politiche sul ministro del Lavoro Andrea Orlando, con molti esponenti, fra i quali lo stesso ministro del Turismo Massimo Garavaglia, che chiedono garanzie.
Anche le parti sociali si sono mosse, con la richiesta della proroga dello strumento esistente, così come le associazioni di categoria: Franco Gattinoni, presidente Fto, con un comunicato ha chiesto che il prossimo Consiglio dei ministri vari la proroga del provvedimento.
La speranza
Il turismo è, quindi, più che mai appeso a un filo. La notizia positiva è che la dotazione economica c’è: potrebbero cambiare le forme (e anche la sostanza, magari con l’attivazione di uno strumento di integrazione salariale meno economico per le aziende), ma la previsione di spesa, almeno quella, è stata fatta.