Un fondo voucher per poter guardare con maggiore serenità al futuro. Perché la situazione sta diventando pesante e la mancata o parziale ripartenza dei viaggi verso le destinazioni extra Ue sta compromettendo l’attesa riconversione dei buoni di viaggio rilasciati dai t.o. nei mesi più duri della pandemia.
Chiusi per decreto
“Siamo stati chiusi per decreto – tuona Erica Montanucci, presidente Maavi in un recente intervento -; lo Stato deve disporre come promesso degli strumenti finanziari per un fondo voucher, che altrimenti rischiano di essere una bomba. Bisogna che mettano questi soldi sul tavolo e ci facciano ripatire, poi noi li ridaremo in 20 anni ma dobbiamo ripartire".
Viaggi off limits
Un altro scoglio si delinea dunque all’orizzonte dei tour operator e non è di poco conto: la mancata ripartenza dei viaggi a lungo raggio, se non a singhiozzo e solo verso alcune destinazioni aperte dai corridoi Covid free, ha di fatto limitato le opportunità dei clienti di riscattare i buoni rilasciati dai tour operator per i viaggi prenotati, parzialmente pagati, e mai di fatto fruiti. Che stanno arrivando a scadenza.
“Purtroppo – precisa Alessandro Simonetti, general manager di World Explorer – se non ci sono concrete possibilità di viaggiare al di fuori dell’Europa, i voucher emessi non possono essere riscattati. L’argomento è diventato urgentissimo: per risolvere o almeno cercare di arginare il problema, ci sono proposte interessanti avanzate dalle associazioni di categoria, che prevedono un ipotetico prolungamento della durata dei voucher stessi, anche se la speranza di tornare a viaggiare con maggiore libertà è ormai posticipata almeno alla fine di marzo”.
La soluzione
Quella dei voucher è una spada di Damocle che pende sulla testa dei t.o., come riconfermato anche dal direttore commerciale di Quality Group, Marco Peci: “Il problema dei voucher a scadenza è un tema non ancora completamente sviscerato dal Governo. Una proposta sensata potrebbe essere quella di tramutare il debito nei confronti dei consumatori in prestito dello Stato con una scadenza a 10-15 anni”.
Chi non li ha emessi
C’è poi chi fin dall’inizio, grazie anche alla tipologia di prodotto offerto, ha voluto limitare il rilascio dei voucher: è il caso di molti tour operator concentrati sul Mare Italia, come ad esempio Ota Viaggi. “Abbiamo preferito non emettere voucher restituendo alle agenzie e ai clienti finali quanto pagato per i viaggi non fruiti – commenta il direttore commerciale, Massimo Diana -. Nel 2020 questa decisione ha comportato un volume di circa 7,2 milioni di euro versati per coprire i crediti derivanti dalle prenotazioni cancellate”.
Anche alcuni t.o. di nicchia attivi sul medio-lungo raggio, è il caso ad esempio di Originaltour, hanno preferito “rimborsare subito i viaggiatori” come confermato dal general manager Loredana Arcangeli.
La discussione è comunque aperta e un provvedimento del Governo è atteso con la massima urgenza. Perchè "non c'è più tempo".