I mesi di spalla come chiave per attrarre un turismo di qualità: Dina Ravera, presidente di Destination Italia, sottolinea come proprio dalle stagioni intermedie siano arrivati quest’anno i risultati migliori. “Nel 2024 il cambiamento di trend più netto ha riguardato proprio la diversa distribuzione delle prenotazioni, con una crescita del 30-35% in aprile, maggio e settembre. E anche ottobre sta rivelando un mese brillante”.
La manager non ritiene tuttavia che la causa principale di questo spostamento sia riferibile a prezzi più contenuti, quanto semmai a fattori climatici e alla volontà di evitare, se possibile, i periodi di flussi turistici più congestionati.
“Il prezzo non è per noi una variabile rilevante, sia per la tipologia della nostra clientela, che è alto spendente, sia perché riusciamo comunque a garantire proposte estremamente competitive rispetto a quelle del web”.
Per Destination Italia il mercato di riferimento si riconferma quello statunitense: “Quest’anno occupa una fetta del 40% sul totale, contro un 30% circa proveniente dall’Europa. Particolarmente efficace a questo proposito si è rivelata la scelta di investire sugli States, con l’apertura della sede di New York”.
Ottimi numeri anche dall’Australia, ai quali si aggiunge la definitiva ripresa dell’Asia. “Siamo appena partiti con la Cina, ma si tratta di un mercato dalle grandi potenzialità. Solo nel primo anno di attività abbiamo totalizzato circa 3 milioni di euro e abbiamo in programma l’apertura entro fine anno di una sede a Shanghai”. A seguire, nel marzo 2025, verrà inaugurato un ufficio anche a Tokyo e nel futuro di Destination c’è anche Mumbai.
In linea generale, è proprio il mercato long haul quello che meglio si combina con il dna di Destination Italia. “Chi arriva dagli Stati Uniti, ad esempio, prenota con largo anticipo una quantità e tipologia di esperienze molto più ampia rispetto a quanto richiesto dagli europei ed è disposto a spendere di più”.
L’obiettivo è quello di creare viaggi customizzati sulle esigenze specifiche di ogni cliente e a questo proposito si rivela particolarmente importante l’investimento in tecnologia. “Nel 2024 abbiamo investito 3 milioni di euro nel comparto IT, focalizzandoci sulle applicazioni dell’IA generativa per mettere a punto una piattaforma in grado di migliorare l’efficienza operativa dell’80%. Così facendo, abbiamo ottenuto benefici sul fronte dei costi gestionali e di prenotazione”.
I numeri stanno dando ragione alla strategia di Ravera: “Nel primo semestre dell’anno il prenotato è aumentato del 20% sul 2023. Anche nel 2025 miriamo a continuare sulla via della crescita sia organica sia inorganica, per arrivare nel giro di 5 anni a moltiplicare per 5 o addirittura per 10 i numeri attuali”.
Per raggiungere il risultato, la manager fa perno sia sull’apertura a nuovi mercati, sia sul potenziamento della rete dei local expert in Italia, con l’ambizione di passare “dai 60 attuali ai 200 entro fine 2026”.
Sono proprio loro ad aiutare le destinazioni meno note a capitalizzare il proprio valore e le specificità.
“Per evitare lo spopolamento dei comuni e favorire una migliore gestione dei flussi, Destination Italia, in collaborazione con enti governativi, ha dato vita a diversi progetti che sappiano creare un’identità locale valorizzando le eccellenze specifiche di piccoli centri destinati altrimenti a chiudere. Molise, Marche, Barbagia, Sicilia e isola di Capraia le aree attualmente interessate da un investimento del valore di 30 milioni di euro, che si prefigge di promuovere a livello internazionale zone sconosciute. Il progetto prevede il mantenimento di tutti i servizi necessari ai residenti, ai quali si aggiunge l’offerta di strutture e infrastrutture in grado di legare il visitatore al territorio.