“Siamo decisamente soddisfatti, ma siamo anche intenzionati a partire subito a lavorare con le istituzioni per non arrivare con il fiatone a pochi giorni dall’appuntamento”. Maurizio Naro, presidente Apam, associazione degli albergatori di Milano, non fa torto alla fama dei milanesi e pensa già al lavoro da fare per accogliere al meglio i flussi in arrivo per l’appuntamento con le Olimpiadi invernali del 2026.
Al di là delle presenze dell’anno olimpico, l’assegnazione dei Giochi interessante anche per altri motivi: “Innanzi tutto è prevista la realizzazione del nuovo palazzetto di Santa Giulia, che rimarrà alla città come un luogo per eventi, creando nuove possibilità per Milano – dice il presidente -. Inoltre, sono state richieste camere anche in strutture a 2 e 3 stelle, aprendo opportunità anche per gli hotel non di fascia ‘congressuale’ di mettere in cantiere investimenti in vista dell’appuntamento. Spero che la Regione metta in campo anche un supporto economico per permettere di valorizzare le strutture alberghiere, perché, passati i giochi, rimanga sulla nostra area un ricettivo riqualificato”.
Il Cio ha infatti richiesto 13mila camere su Milano, in un’area fino a 50 chilometri dal Duomo. “E queste sono solo per la famiglia olimpica, per un periodo che va dal 20 gennaio al 20 marzo circa. Ma il numero non comprende i visitatori, gli appassionati che verranno per vedere le gare e così via. È quindi una bella opportunità, ma la città deve farsi trovare preparata” dice Naro.
Se, infatti, la presenza del circo bianco sul mese di gennaio è vista con grande favore, “perché per gli alberghi di Milano è un periodo di bassa occupazione”, qualche preoccupazione si ha per febbraio, mese solitamente dedicato alla Fashion Week. “È necessario studiare bene l’organizzazione per evitare che i due flussi, quello olimpico e quello che arriva in città per le sfilate, si sovrappongano, altrimenti si rischia un po’ di caos”.