Aprire in questo modo serve a poco. La protesta dei giorni scorsi di Pier Ezhaya in rappresentanza di Astoi non può che trovare tutti d’accordo. Forse dovrebbe essere rimarcata anche da altri.
Un settore abbandonato
In questa fase l’unione di intenti e di azione non deve mancare.
A forza di attendere qualche spiraglio di sole ci siamo resi conto che il Governo Conte ha sottovalutato l’importanza del comparto turistico e soprattutto della filiera organizzata. Un settore finito nell’angolo senza tanti complimenti. Sottovalutato sia dal punto di vista dell’impatto economico (intanto però sono tutti bravi a sbandierare il Pil al 13% e qualcuno anche al 15%), sia per quanto riguarda l’occupazione.
Obbligo di quarantena
"In alcuni Paesi, come la Tunisia, i confini sono aperti ma chi vi soggiorna al ritorno deve fare la quarantena: quanti possono permettersi di fare le ferie e poi restare altri 15 giorni a casa?” ha detto il direttore Alpitour e consigliere Astoi. Secondo l’ordinanza del ministro della Salute i turisti italiani possono uscire dai confini extra Ue per trascorrere un periodo di vacanza o per viaggi di lavoro, ma al loro rientro devono effettuare una quarantena di 14 giorni prima di poter tornare alla vita normale.
Speranze tradite
Speranze e progetti che finiscono nel cestino. Chi ha sempre atteso l’estate e le rotazioni charter all’estero deve alzare bandiera bianca.
Ma in che modo si pensava di dare ossigeno all’intero settore? Con i tanto sbandierati buoni vacanza? A fine stagione si tireranno le somme, ma sin da ora si può dire che si è trattato di una gravissima dimenticanza del Governo Conte, che ha riempito le serate degli italiani con la parola turismo. Alla fine è rimasto ben poco, basta chiedere ad albergatori, tour operator e agenzie di viaggi.