Booking.com sulla parity rate: "Gli hotel continuano a sceglierci"

Malgrado il vincolo della parity rate, “sono sempre di più gli hotel che si associano a noi. Ogni mese le nuove strutture sono 2-3mila in più”.

Andrea D’Amico, country manager di Booking per l’Italia, non vuole alimentare la polemica che contrappone la Ota alle diverse associazioni di albergatori europei e in Italia a Federalberghi in particolare. Ma, in un articolo su La Repubblica, illustra le ragioni della richiesta di parity rate con gli hotel e la scelta degli albergatori di salire sulla piattaforma di prenotazione.

"I risultati li otteniamo grazie agli investimenti che possiamo fare proprio grazie al parity rate - dice D'Amico -. In cambio offriamo un'enorme platea di potenziali clienti: realizziamo testi e foto degli annunci che poi sono tradotti in 42 lingue, abbiamo un servizio attivo 24 ore in modo che gli hotel siano sempre pubblicizzati e in cambio non chiediamo nulla. Come capita quando qualcuno sceglie una sistemazione su Booking, ma poi prenota direttamente con l'albergo".

Ma Federalberghi non molla la presa: "Per una camera d'albergo venduta su un portale a 100 euro – scrive in un comunicato - il cliente paga 100 e l'albergo riceve 80. Se l'albergo potesse mettere in vendita la stessa camera sul proprio sito a 90 euro, il cliente pagherebbe 90 e l'albergo incasserebbe 90: entrambi guadagnerebbero 10 euro".

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