3+2 parole d'ordine per non chiudere la propria agenzia

Si dice che 500 agenzie abbiano chiuso nell’ultimo anno. Bene, vuol dire che altre 9.500 che vendono leisure sono ancora sul mercato e combattono quotidianamente la propria battaglia per restarci.

Ecco tre storie, tre imprenditori che ci stanno provando con tutte le proprie forze, e hanno buone possibilità di riuscirci. Ciascuno, seguendo la propria “parola d’ordine”.

1) Isalei Travel di Alba, guidata da due grandi viaggiatrici, Samantha Gabani e Nuccia Faccenda, fa dei nuovi media il suo punto di forza. “Per mettere in pratica il nostro motto (il viaggiatore è sempre al centro) abbiamo deciso di uscire, fisicamente e virtualmente, dalla nostra agenzia” racconta Faccenda “investendo tempo e risorse sui nuovi mezzi di comunicazione. Isalei ha un blog continuamente alimentato, centinaia tra fan e amici su Facebook, posta regolarmente su Twitter, insomma comunica costantemente con la propria community. I risultati si vedono: vendiamo centinaia di viaggi, e solo una minoranza di clienti, ormai, sono quelli che passano davanti alle nostre vetrine”. Parola d’ordine: enfasi sulla comunicazione.

2) H 24 Travels è frutto dell’iniziativa di Pierluigi Cruciani, sua l’idea della prima agenzia di viaggi aperta 24 ore al giorno. “Beh, proprio 24 ore no, ma il nostro motto” dice Cruciani “è ‘Siamo aperti anche dopo cena... e non solo’ quindi dal mattino presto a sera inoltrata, 6 giorni su 7, siamo a disposizione del pubblico. H 24 Travels è in via Portuense, a Roma, su una strada di grande passaggio verso l’aeroporto di Fiumicino. Crediamo che andare incontro alle esigenze del pubblico voglia dire mettersi a sua disposizione, non viceversa. Quando ho cominciato a lavorare, nel 1989, mi stupivo del fatto che le agenzie chiudessero alle 19: appena ho potuto ho fatto di testa mia. I viaggi di nozze, ad esempio, li studiamo insieme agli sposi, in tutta calma, nel “dopo cena”. Parola d’ordine: andare incontro alle esigenze del cliente.

3) “Jackie O’ Viaggi nasce a Milano nel 1999 e ha sempre voluto distinguersi dalla concorrenza” racconta la titolare Rosita Paoletta “La personalizzazione di ogni singolo viaggio e l’attenzione alle esigenze del cliente non sono uno slogan, ma pratica quotidiana: non ho mai voluto esporre troppi cataloghi, ma libri di viaggi e oggetti artistici, perché chi entra in agenzia deve avere la sensazione di bello ed esotico. In piena crisi, ho deciso di andare controcorrente: ho conosciuto il partner giusto, nel 2011 abbiamo fatto dei lavori, oggi Jackie O’ Viaggi è lo spaccato di una bella casa: la zona ufficio del professionista e la cabina armadio della camera padronale. Io vendo viaggi, la mia collega abbigliamento in cashmere su misura. I nostri prodotti possono coesistere: sono entrambi pregiati, studiati appositamente sul cliente e destinati pressoché allo stesso target”. Parola d’ordine: voglia di sfidare le regole.

Tre parole d’ordine, alle quali ne aggiungiamo altre due: professionalità. E passione per il proprio lavoro, questa veramente senza limiti.

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