Il commento del direttore
Remo Vangelista
Che fosse stato un durissimo colpo per il turismo lo si sapeva già. Ma i dati Istat sul Pil del secondo trimestre del 2020 (ovvero il periodo del lockdown vero e proprio) mettono nero su bianco ciò che gli addetti al settore del travel avevano già ben presente: il mercato dei viaggi è stato il più colpito dalla crisi legata alle misure anti-Covid.
Le cifre diffuse nei giorni scorsi dall’istituto nazionale di statistica sono impietose: la variazione tendenziale del secondo trimestre 2020 (ovvero il confronto con i dati dei mesi corrispondenti dell’anno precedente) vede la voce ‘commercio, trasporto, alloggio e ristorazione’ lasciare sul campo il 28,6%: il dato più alto di tutta la tabella.
Al secondo posto di questa poco ambita classifica il settore dell’industria, con un -27,7%.
Gli interventi per il turismo
Stupisce ancora di più, a questo punto, valutare come il turismo non sia stato sicuramente il settore a ricevere le maggiori attenzioni in termini di sostegno. Il bonus vacanze, che doveva essere una delle principali misure a supporto del comparto, si è rivelato decisamente meno efficace di quanto previsto.
A queste considerazioni va inoltre aggiunto il fatto che tutto il fatturato perduto dal turismo (soprattutto quello organizzato) difficilmente sarà recuperato: chi non ha viaggiato quest’estate probabilmente non lo farà almeno fino all’inverno se non all’anno prossimo. E dunque gli incassi lasciati sul campo possono essere considerati sostanzialmente persi, senza possibilità di recupero.