Il commento del direttore
Remo Vangelista
Se quest’anno per il business travel si prevede il superamento del 4% della soglia pre-pandemica del 2019, la tendenza all’aumento del volume dei viaggi d’affari sembra destinata a durare lungamente nel tempo, sancendo non tanto la definitiva sconfitta degli incontri in digitale, quanto il superamento di questa modalità di riunione a favore di un mix tra digitale e presenza.
Un dato, comunque, è certo: l'importanza del contatto umano, soprattutto per chiudere affari importanti e stringere collaborazioni lavorative proficue, resterà inalterata.
Viaggi necessari
Anche le aziende per le quali la modalità full-remote è diventata una realtà consolidata, infatti, hanno scoperto la necessità di far viaggiare i propri lavoratori per occasioni di formazione o meeting.
“In base ai comportamenti degli utenti e delle aziende che si rivolgono a noi - analizza Luca Carlucci, ceo e co-founder di BizAway - ci sentiamo di affermare con sicurezza che il business travel non andrà a scomparire in favore degli incontri in digitale. Le decisioni e gli accordi più importanti necessitano di un'interazione reale e questa tendenza è confermata anche dalla volontà sempre più diffusa di organizzare retreat aziendali e giornate di team building, per ripristinare il contatto umano tra collaboratori e discutere dal vivo di questioni professionali”.
La volontà di programmare incontri fisici, retreat e trasferte lavorative è confermata anche dall’Osservatorio Business Travel, secondo il quale, per il 41% delle imprese intervistate, una percentuale tra il 61 e il 99% del personale è tornato a fare lo stesso numero di viaggi del pre-pandemia.
Un trend confermato anche a livello europeo, come dimostra il Cvent Travel Managers Report, in base al quale l’80% degli intervistati nel nostro continente si è dichiarato positivo riguardo al comparto nel 2023; tra questi, quasi due terzi (64%) prevedono che il volume dei viaggi della propria azienda aumenterà rispetto al 2022 e quasi un quinto (19%) afferma che l’incremento sarà significativo.
Indubbiamente, come anche evidenziato da una recente analisi di Booking, esiste un interesse per il ‘virtual travel’, ma è visto più in ottica esplorativa prima di una prenotazione, che non come esperienza sostitutiva del meeting faccia a faccia o delle conferenze dal vivo.
“Sembra fuori discussione che oggi si sia recuperata la consapevolezza che, per concludere affari importanti, il contatto umano sia ancora decisivo – conclude Carlucci -. Concludere trattative per prendere decisioni determinanti ai fini dell’andamento del business o semplicemente stringere rapporti professionali che durino nel tempo richiede ancora una conoscenza fisica e un’interazione dal vivo”.