Il commento del direttore
Remo Vangelista
Una domanda di turismo ancora forte, ma che dovrà fare i conti con un budget in leggera contrazione. Questa la principale caratteristica del 2025 secondo Simon Kucher, società di consulenza strategica specializzata in pricing. “La nostra ultima survey - analizza Giovanni Lovat, Partner di Simon Kucher - ha coinvolto, oltre all’Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Paesi del Golfo. Ebbene: in realtà nella media generale il budget cresce di poco più di 1 punto percentuale, ma sale meno dell’inflazione attesa. Oltretutto in un quadro di rincaro generalizzato dei prezzi, quelli legati al turismo aumentano più di quanto non avvenga in altri settori. In pratica l’inflazione è più alta dell’aumento del budget e il rincaro dei prezzi è più alto dell’inflazione. Una dinamica che porta a una perdita di valore reale dell’investimento destinato al viaggio”.
In questo contesto l’Italia è, insieme alla Francia, il Paese con il sentiment più negativo relativamente al budget: “Parliamo di una previsione di meno 1%, mentre la Francia è a meno 1,7 - sottolinea Lovat -. Sul fronte opposto, quello degli ottimisti, troviamo gli statunitensi che prevedono un incremento del budget del 2,5%, superati solo dai Paesi del Golfo, a più 3,6%. Indicatori in linea con l’andamento recente delle economie nazionali”.
Al viaggio non si rinuncia, nemmeno se long haul
A livello generale il 40% degli intervistati ha dichiarato che presterà maggiore attenzione alla spesa per le sistemazioni, mentre solo il 25% si muoverà in aree meno lontane da casa. Nel caso dell’Italia, poi, la percentuale di chi rimarrà vicino a casa scende ulteriormente, attestandosi al 20%. Un aspetto, quest’ultimo, che fa riflettere sul potere attrattivo della meta in quanto tale: al viaggio non si intende rinunciare, nemmeno se lontano da casa: “Se ne deduce - continua Lovat – che i maggiori tagli saranno fatti sui servizi. Complessivamente la fascia di età che intende ridurre maggiormente la spesa per le accomodation è quella dei Millennials, dai 26 ai 41 anni, seguiti dai viaggiatori della Gen X, dai 42 ai 57 anni di età. I meno propensi a diminuire il budget destinato alle vacanze sono, invece, i viaggiatori oltre i 58 anni”.
Eventi e interessi trainano la spesa
Un trend che però, osserva ancora Lovat, fa i conti con una polarizzazione dei comportamenti: “Nel caso dell’Italia, ad esempio, il 20% dei nostri connazionali intervistati ricercherà una sistemazione ricettiva di qualità maggiore e un 10% sceglierà opzioni di trasporto qualitativamente migliori”.
Altro fenomeno in controtendenza rispetto alla generale spinta alla contrazione del budget è quello degli ‘special interest’: i viaggiatori si dichiarano disposti a spendere di più per assistere, ad esempio, a eventi sportivi o musicali di rilievo, consci come sono del lievitare dei prezzi in occasione di kermesse internazionali.
“Oltre il 40% di tutti i rispondenti appassionati di sport - sottolinea Lovat - si dichiara pronto a spendere di più per assistere ai suoi eventi sportivi preferiti e si dice disposto a sborsare il 31% in più per la ricettività e il 28% in più per i voli. Lo stesso - conclude - accade per il turismo musicale: il 41% dei viaggiatori interessati a questa tipologia di vacanza dichiara che accetterà di pagare di più per la sistemazione e il 39% per i collegamenti aerei”.