L’Italia torna in agenzia:
l’analisi di Expedia Group

Gli italiani tornano ad affidarsi alle agenzie di viaggi per le proprie vacanze. Lo rivela il report ‘Decoding the travel advisors client’ di Expedia Group, uno studio condotto in partnership con Wakefield Research attraverso il quale scoprire - grazie all’analisi dei nuovi trend della travel industry - come gli adv possono non soltanto attrarre e mantenere clienti, ma soprattutto far crescere il proprio business nel 2025.

Perché oggi i viaggiatori della Penisola si appoggiano maggiormente ai professionisti? Ciò che emerge in prima battuta è come gli italiani, rispetto alla media globale, diano più importanza alla capacità degli adv di gestire gli inconvenienti – più o meno gravi – legati al viaggio.

La spinta alla consulenza

Il 46% dei rispondenti ammette che la prima ragione per cui valga la pena incaricare un’adv sia connessa alla loro esperienza, e pertanto al valore dei consigli professionali. Il 44%, inoltre, sottolinea che in questo modo può risparmiare del tempo e che (40%) può altresì accedere a una serie di offerte esclusive e servizi personalizzati (33%).

Inoltre, si riscontra una domanda più alta rispetto alla media mondiale per le assicurazioni di viaggio (42%), le crociere (34%) e i biglietti ferroviari (25%). Gli hotel e la biglietteria aerea, stando ai risultati della ricerca, sono i servizi più richiesti (rispettivamente 71% e 70%) insieme alla prenotazione di tour e attività (41%).

Appare evidente, dunque, come per gli agenti sia indispensabile offrire un’ampia gamma di servizi per andare incontro alle necessità di un cliente sicuramente più esigente e - forse - persino più ‘pigro’.

Cosa cercano i viaggiatori

La differenziazione è così il maggior driver di fedeltà per un adv, e lo dimostra il fatto che oltre la metà (59%) dei viaggiatori italiani si siano serviti di un’agenzia negli ultimi due anni, contro il 44% della media globale.

Non è un caso infatti che tra i principali motivi per cambiare dettagliante la risposta più gettonata (32%) sia proprio la scarsa varietà dei servizi proposti. Nella top 5 delle ragioni per cui interrompere il rapporto con il proprio consulente di fiducia si trovano anche la mancanza di promozioni (24%), un servizio clienti carente (17%), un’inefficiente risoluzione dei problemi (16%) e la poca intesa personale (14%).

Alla luce di questi numeri, risulta palese come sempre più gli adv, nella loro comunicazione, dovrebbero dare risalto ai propri anni di esperienza e alle proprie aree di specializzazione, così da dimostrare di saper organizzare viaggi indimenticabili a prezzi convenienti.

Infine, imprescindibile è l’immagine di sicurezza che l’adv deve saper trasmettere al viaggiatore, quella garanzia di tranquillità che si traduce in una facile reperibilità in caso di emergenza o imprevisto ovunque nel mondo.

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