Vendere voli non basta:il business dei bagagli

Che il costo del biglietto sia solo una minima parte delle entrate delle compagnie aeree è cosa nota da tempo. Cercare nuove fonti di guadagno, fare cassa con policy bagagli sempre più restrittive e servizi ancillari per portare in alto i ricavi e mantenere prezzi bassi è da tempo prerogativa di alcuni vettori, principalmente low cost. Ma la realtà dei numeri racconta come il business dei costi aggiuntivi stia seducendo ad ampio spettro il comparto del trasporto aereo.

Le ultime statistiche diffuse oltreoceano dal ministero dei Trasporti statunitense, pubblicate sulle colonne del Sole 24 Ore, parlano di un giro di affari per i vettori Usa di 5 miliardi di dollari nel 2018 e di 1,3 miliardi nei primi tre mesi del 2019. Si tratta di entrate generate esclusivamente dalle commissioni sui bagagli a mano e in stiva che, a sorpresa, interessano principalmente le major: Delta, American Airlines e United.

Il fascino delle ancillary
In Europa le fee sui bagagli si confermano un affare per low cost e spesso sono causa di attriti con associazioni di consumatori e Antitrust, come nel caso di Ryanair e Wizz Air. Forse per questo, nella loro continua corsa alla revenue, le low fare si stanno focalizzando con maggiore decisione sui servizi complementari. Un fenomeno che ha portato più di recente vettori come easyJet, Norwegian e Ryanair a scommettere nuovamente su piattaforme di servizi e di pacchetti viaggio.

Il volo non basta
Anche perché il business dei servizi complementari rappresenta un vero tesoretto da non sottovalutare. “Rispetto alle vendite totali – ha spigato al Sole 24 Ore il managing director di Alixpartners, Michele Mauri – nel caso di Wizz Air le ancillary  nel 2018 hanno rappresentato il 41% del fatturato totale, il 31% per Ryanair, il 21% per easyJet e il 16% per Norwegian”. Nel caso di Ryanair i ricavi accessori sono persino cresciuti più del fatturato complessivo (19% contro 8%).

A conferma di quanto detto da Mauri, il report elaborato da IdeaWorksCompany nel 2018, riportato su questa agenzia, parla di un business da 29,7 miliardi di dollari. Un dato parziale, poiché solo 72 su 143 compagnie aeree recensite hanno divulgato le cifre relative alle ancillary revenue, ma comunque significativo per un mercato che cambia e a cui la sola vendita di voli non basta più.

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