Il commento del direttore
Remo Vangelista
Dopo Iberia, ora tocca a Vueling. Il calo di attività dovuto alla pandemia di coronavirus ha costretto il vettore a chiedere per tre mesi, per i suoi oltre 3.800 lavoratori, il cosiddetto Erte, l’'expediente de regulación temporal de empleo’, una sorta di cassa integrazione che prevede l’erogazione di un sussidio di disoccupazione in caso di sospensione del contratto dei lavoratori.
Vueling, secondo quanto riportato da Hosteltur, prevede la riduzione fino al 90% della normale giornata lavorativa per i piloti e l’equipaggio di cabina e fino all’80% per il resto della forza lavoro.
Una mossa obbligatoria, quella dell'Erte, dal momento che la compagnia - che ha circa 120 aerei - ora sta operando a meno del 25% della sua capacità effettiva.
Secondo fonti sindacali Vueling ha comunque l’intenzione di monitorare da vicino l’impatto dell’Erte, grazie a una commissione creata ad hoc, che avrà anche il compito di rivedere le decisioni sulla base dell’attività svolta e stabilire meccanismi flessibili per adattare l’orario di lavoro alle esigenze del vettore stesso.
Nella documentazione presentata Vueling si riserva la possibilità sia di estendere la durata dell’Erte oltre i tre mesi iniziali, sia di stabilirne la cessazione anticipata, qualora il mercato si dovesse riprendere in tempi più rapidi del previsto.
Una flessibilità necessaria, dal momento che la situazione è in costante divenire. La scorsa settimana l’Erte è stato presentato anche da Iberia: anche in questo caso il provvedimento, che interessa 13.900 lavoratori, ha una durata di tre mesi.