Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un effetto a catena. Dopo gli esperimenti dell’aeroporto di Anchorage in Alaska, pioniere nell’utilizzo dei test rapidi, seguito dai due scali principali di New York, Newark e Jfk, il mese di ottobre sta vedento una rapida espansione dell’utilizzo dei tamponi per riavviare la macchina dei viaggi. Ma a costi a volte tutt’altro che modici.
Mentre gli scali della Grande Mela procedono con circa mille test al giorno, i cui risultati i passeggeri possono ottenere in pochi minuti, nel weekend sono partiti gli aeroporti di Tampa in Florida e di San Francisco. E a Miami si inizierà entro novembre. Secondo quanto riportato da Travelpulse, inoltre, anche le compagnie aeree sarebbero al lavoro per effettuare operazioni simili, anche loro con la speranza che questo fornisca uno stimolo alla ripresa del traffico.
Le tariffe
Tornando invece al tema dei costi, all’aeroporto di Tampa i passeggeri hanno la possibilità di scegliere tra il test sierologico, al costo di 57 dollari, oppure il test Pcr, la cui tariffa sale a 125. Costo doppio invece a San Francisco, rileva Travel Weekly, per le partenze in direzione Hawaii (destinazione che ha riaperto le porte al turismo): il tampone con risultato in 15 minuti costa infatti 250 dollari.