Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Non possiamo permetterci ulteriori ritardi, aziende e lavoratori stanno aspettando la proroga della cassa integrazione”. Sono parole che sottolineano l’emergenza in atto quelle di Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi (nella foto). Un grido d’allarme, il suo, che nasce dalla constatazione di come il 60% degli alberghi sia ancora chiuso e la maggioranza di quelli aperti, a causa della debolezza delle domanda, non abbia potuto richiamare in servizio la totalità dei lavoratori.
Le 18 settimane stanno per terminare
“Per le nostre aziende, che hanno dovuto fare ricorso agli ammortizzatori sociali fin dai primi giorni di marzo, le 18 settimane previste sono terminate o prossime all’esaurimento - spiega Colaiacovo -. Il rischio è quello di lasciare per strada migliaia di lavoratori”.
Dopo il fermo quasi assoluto a partire da febbraio, quando l’emergenza sanitaria ha costretto ben oltre il 95% delle aziende a chiudere, con oltre il 96% dei lavoratori, più di 173mila, costretti alla cassa integrazione, chi sceglie di aprile oggi lo fa - sottolinea Colaiacovo - "pur non avendo ‘visibilità’ per i prossimi mesi. Le rassicurazioni sull’estensione della cassa a tutto il 2020 sono state molte ma, ancora ad oggi, le aziende non hanno alcuna certezza e questo sta condizionando ulteriormente il settore, che rischia di rimanere schiacciato dalla morsa della crisi e dei ritardi negli aiuti promessi”.
Aiuti che, secondo Confindustria Alberghi, non sono giunti nemmeno su un altro fronte: quello della riduzione del costo del lavoro, che l’associazione aveva invocato sia per le aziende che richiamano il personale dagli ammortizzatori sociali, sia per le nuove assunzioni delle aziende stagionali. “Siamo ormai a metà luglio - conclude la vicepresidente -, ma ancora non abbiamo avuto risposte”.