Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non usa mezzi termini il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca (nella foto), per definire la situazione attuale, pericolosamente condizionata da una grande confusione.
I concorrenti europei
Intervenuto ieri sera al programma ‘Quarta Repubblica’ condotto da Nicola Porro, il presidente ha sparato a zero sugli ultimi provvedimenti del Governo. “Ogni giorno ci sono versioni differenti e regole sempre nuove. La gente è spaventata – ha detto Bocca -. Dal Governo ci si attendeva la ricerca di un punto di equilibrio fra le necessità di salute ed economia. Invece, si è dato spazio solo alla salute. L’ultima ordinanza, che ha regolato gli ingressi in Italia a partire dal giorno successivo, è stata un’ulteriore tegola caduta sulla testa degli albergatori. In questo momento, con gli americani fermi, i flussi turistici che stanno raccogliendo le nostre destinazioni montane sono quelli europei. Flussi sui quali registriamo la concorrenza di Francia e Svizzera, destinazioni altamente attrattive in quanto non richiedono tamponi obbligatori agli stranieri”.
Tampone obbligatorio
Quella della richiesta di una tampone anche ai vaccinati è una regola che proprio non va giù al presidente di Federalberghi: “L’Unione europea aveva stabilito che il Green pass fosse sufficiente per transitare all’interno dei suoi confini. Con l’ordinanza che impone il tampone si dà agli stranieri una percezione sbagliata del pericolo che si corre entrando nel nostro Paese, in verità al momento uno dei più ‘sicuri’ d’Europa”.
Regole farraginose
Bocca lamenta poi la macchinosità delle regole, con gli albergatori impegnati a controllare quotidianamente i Green pass. “La situazione è paradossale. Il turismo, il settore più colpito dalla pandemia, si trova costretto a sottostare a logiche incredibili. Ad esempio, le presenze negli hotel delle città d’arte nel 2020 hanno subito una flessione dell’80% rispetto al 2019; a Roma su un totale di mille200 hotel, circa 450 sono chiusi da due anni. Eppure il 16 dicembre gli albergatori hanno dovuto pagare il 100% dell’Imu. Con quali soldi una struttura chiusa da due anni paga le tasse? Alcuni hanno utilizzato i crediti d’imposta; lo Stato ha quindi ripreso con la mano destra quello che aveva concesso con la sinistra”. Medesimo discorso per i canoni d’affitto, e non va poi dimenticato che il 31 dicembre terminerà anche la Cig.
“Il nostro destino non interessa e si dà assoluta priorità alla sanità e non all’economia. Ma se a fine anno molti hotel falliranno, trascineranno con sé tutto il resto della filiera”. Il Governo è avvertito.
Isabella Cattoni