Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’hotellerie tiene d’occhio la politica. Nonostante i risultati incoraggianti dell’estate, il primo European Accomodation Barometer 2022 - curato da booking.com e Statista - attesta fra agosto e ottobre una contrazione al 57% (rispetto al 70% dei 6 mesi passati) del livello di sviluppo del proprio business e un tasso di positività verso il futuro pari al 38%, riponendo forti aspettative nelle policies governative (62% a livello europeo, a fronte di un 29% danneggiato dai provvedimenti passati).
“L’indagine si è focalizzata su una decina di mercati europei - spiega Claudia Cramer, direttore market research insights di Statista - coinvolgendo circa un migliaio di professionisti dell’hotellerie. È emerso un quadro economico ancora vitale, ma con sensibili differenziazioni a seconda delle aree geografiche”.
“In una fase così delicata per la transizione energetica e la digitalizzazione - evidenzia invece Ben Schroeter, direttore public affairs di booking.com - il barometro diventa uno strumento essenziale per favorire il dialogo fra imprese e istituzioni pubbliche, ragion per cui cercheremo di produrre nuovi studi di sei mesi in sei mesi”.
Al generale apprezzamento per il costo delle camere offerto (49%) e per il tasso d’occupazione (58%), si contrappongono difficoltà di accesso al capitale (22%) e relative ai piani d’investimento (23%), soprattutto per quanto riguarda gli hotel indipendenti, di categoria più bassa e sotto le 250 camere: al di là della comune preoccupazione per i costi energetici (80%), il Sud Europa è oggi più preoccupato per l’aumento delle tasse (35% Italia, 50% Spagna, 68% Grecia), mentre l’Europa Centrale per il mantenimento del personale (fra 50 e 60% nell’area germanica).
Alberto Caspani