Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’Italia è il migliore Paese al mondo, insieme al Giappone, per investire nel “lusso puro”. Lo dicono gli ultimi dati di mercato, ma anche e soprattutto i rappresentanti dei principali luxury brand alberghieri.
“Benché la class global occupancy delle camere non sia ancora ai livelli del 2019 e il tasso di crescita delle tariffe stia registrando un leggero rallentamento - ha spiegato Alina Minut, senior account manager Str - quest’ultimo indice risulta maggiore di due punti rispetto al 2022 per la classe lusso, nonché superiore ai livelli pre-covid. Su scala europea la crescita tariffa/revpar attesta invece un +40% per il segmento luxury in Europa, con destinazioni come la Costa Smeralda in grado di generare tariffe fino a 2.400 euro”.
Le mete al top
Fra giugno e agosto dello scorso anno, come si evince dai dati diffusi durante Hospitality Forum, per l’Italia del lusso si sono distinte in particolare Puglia e Costiera Amalfitana, mentre Taormina ha messo a segno un +40% sul 2019 e Capri un +21%. “Il Belpaese è fra le pochissime destinazioni a vantare non solo un numero di location luxury ampiamente distribuito su tutto il territorio - ha evidenziato Francesco Cefalù, chief development officer del gruppo Mandarin Oriental - ma anche la capacità di produrre tariffe medie di 700/800 euro per quasi 9 mesi all’anno. Confidiamo che i turisti asiatici, nel 2024, possano compensare il possibile indebolimento della domanda americana di quest’anno”.
Margini di crescita
“In Italia gli spazi di crescita non mancano - ha osservato Gianleo Bosticco, senior director development France - Italy Marriott International - sia per quanto riguarda le aree di maggior tendenza, come il lago di Como, Cortina o le isole, sia per nuovi comprensori che si stanno riposizionando verso l’alto quali il lago di Garda o la Milano leisure”.