Il commento del direttore
Remo Vangelista
La Sardegna si trova ancora una volta stretta in un tunnel di cui si fatica a vedere la fine. Dopo un avvio di stagione burrascoso, con le dichiarazioni del governatore della Regione Christian Solinas che chiedeva ai visitatori il tampone per salvaguardare l'Isola da possibili contagi, una ripartenza graduale sembrava cosa fatta e le prenotazioni per agosto e per le prime due settimane di settembre lasciavano intravedere se non una ripresa almeno un ‘salvataggio’ a stagione in corso.
Il crollo da lunedì
Questo almeno fino alla scorso lunedì. “Siamo tornati indietro di tre mesi – ammette con rammarico il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca -. La Sardegna sta vivendo attualmente una fase di caos che rischia di compromettere gli sforzi e la buona volontà di quanti avevano riposto tutte le speranze sulla ripresa estiva”.
I dati
Una ripresa che per la verità si stava concretizzando. “In luglio abbiamo registrato il 60-65% dei pernottamenti che di solito si verificano in questo mese, malgrado mancasse all'appello circa il 20% dei posti letto a causa delle strutture che avevano deciso di non riaprire. E agosto si stava muovendo bene, con una flessione contenuta nel 25-30% rispetto al 2019, risultato eccellente considerate le numerose chiusure di hotel, l’andamento comunque altalenante del booking e la quasi totale assenza di turisti stranieri”. Questo il quadro almeno fino a lunedì, quando la campagna mediatica e le notizie trasmesse a raffica hanno influenzato i turisti, “causando un’impennata di disdette e rendendo un’utopia il prolungamento della stagione anche in settembre. Per le prime due settimane del prossimo mese avevamo già in casa alcune prenotazioni e le prospettive erano buone. Ora ritengo che riusciremo a concretizzare circa il 20% dei numeri totalizzati l’anno scorso”.
I timori dei turisti
Quel che preme sottolineare al manager è che “i turisti non temono tanto il contagio da coronavirus, quanto l’imposizione di quarantena o il fatto di rimanere bloccati per una qualsiasi ragione. Va ricordato tuttavia che a oggi tutto avviene su base volontaria: non è infatti previsto alcun tampone obbligatorio”. È poi notizia delle ultime ore il fatto che Solinas abbia chiesto che l'intesa sui tamponi e il trattamento dei casi positivi siano vincolanti per tutte le regioni. "Il sistema dei controlli deve coinvolgere tutto il territorio nazionale nei luoghi dove la gente circola” ha spiegato Solinas.
Meta sicura
E la Sardegna comunque “è oggi ancora più sicura – aggiunge Manca -. Le recenti cronache hanno riportato ai valori massimi il livello di attenzione in un periodo che, al contrario delle settimane di agosto, registra uno terzo o un quarto di visitatori in meno”.
Salvare settembre
In linea generale, Manca avverte come sia necessario serrare le fila e tentare di recuperare qualche giorno di settembre. “Siamo riusciti a salvare una parte della stagione e abbiamo retto il colpo. È ora indispensabile puntare su settembre, anche per cominciare a testare – in un periodo di relativa tranquillità - il modello migliore da replicare durante la stagione 2021, quella che non sarà più ‘di sopravvivenza’ ma di vera e propria ‘ripartenza’. Quella che deve per forza tornare a creare valore, indipendentemente dall’arrivo o meno di un vaccino idoneo”.