Montagna veneta, ristori per lo sci e un masterplan per le Olimpiadi

“L’inserimento, nel prossimo decreto Ristori, di nuovi contributi ad hoc anche per impianti di risalita, bar e ristoranti è una decisione che va nella direzione giusta, purché i tempi di erogazione siano veloci, così da evitare che queste attività duramente colpite dalla pandemia chiudano per sempre”. È il commento dell’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, in merito all’annuncio dell’arrivo di risorse per alcuni dei settori maggiormente penalizzati dai lockdown.

In Veneto, il solo settore degli impianti a fune produce un fatturato di circa 60 milioni di euro, con un indotto dieci volte superiore. “Ho ascoltato di persona le difficoltà – ha aggiunto Caner -: come accade per altre attività stagionali o per alcuni prodotti particolarmente richiesti in alcuni periodi dell’anno, la montagna, in quattro mesi, si gioca il fatturato di un anno. Eventuali ritardi nell’erogazione dei ristori rischiano di avere gravi riflessi non soltanto sulla stagione invernale, ma anche su quella estiva”.

In tema di montagna, si legge su Hotelmag, il Veneto si sta muovendo per farsi trovare pronto all’appuntamento delle Olimpiadi invernali 2026. È stato infatti sottoscritto, dal presidente della Regione, Luca Zaia, dal presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, e dal sindaco di Cortina, Gianpiero Ghedina, un accordo che vede i tre enti impegnati a redigere e condividere in tempi brevi un masterplan in vista del grande evento sportivo mondiale, con l’obiettivo di rendere adeguata l’accoglienza turistica. Al centro dei progetti: un’offerta riqualificata di servizi per l’accoglienza, diversa dalle seconde case, un sistema di mobilità rispettoso dell’abitato e un’offerta di impianti sportivi adeguata alla domanda.

“Dobbiamo essere in grado di arrivare pronti con tutto quanto serve all’appuntamento principale per la nostra montagna – ha affermato Zaia -. Quello che realizziamo non sarà soltanto per le Olimpiadi, ma sarà soprattutto il motore per la sostenibilità futura del nostro territorio. Il 2026 e gli anni di preparazione che lo precederanno possono anche costituire il momento di un nuovo rinascimento per tutta la montagna, prima martoriata dalla tempesta Vaia e ora messa in croce dal Covid”.

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