Il commento del direttore
Remo Vangelista
Le più penalizzate? Le città d’arte, con una perdita di quasi 3 presenze su 4 e la categoria ‘grandi città’ che, rispetto al 2019, registra nel 2021 un -73,4% di presenze e recupera solo marginalmente nel confronto con il 2020 (+2,8% le presenze). Sono queste le cifre impietose della crisi fotografata da Assoturismo Confesercenti, che ha stilato le stime per lo scorso anno sulla base dei dati Istat.
Meno 67 miliardi di consumi turistici
La combinazione di Omicron, smart working e caro-bollette ha fatto sì che nel 2021, rispetto al 2019, manchino all’appello 67 miliardi di euro di consumi turistici interni (-28 miliardi solo nelle città d’arte) con la ricettività che perde 18 miliardi, la ristorazione e i pubblici esercizi che contano su -8 miliardi di consumi e le agenzie di viaggi con -2,5 miliardi.
Dopo due anni di crisi, con perdite che sfiorano complessivamente i 100 miliardi, nei settori della ricettività, ristorazione, organizzazione viaggi e commercio sono a rischio 50mila attività economiche con 250mila occupati. “Servono sostegni immediati e congrui per le attività economiche colpite dalla crisi, soprattutto nelle grandi città e nei comuni a vocazione artistica e culturale - spiega il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina -. Senza un intervento rapido del Governo, con i dati di inizio 2022 che certificano ancora un netto calo di presenze turistiche, migliaia di imprese e professionisti chiuderanno a breve i battenti e migliaia di lavoratori resteranno a casa senza stipendio. Sarebbe un duro colpo per l’intera economia del Paese in un momento in cui è quanto mai necessario sostenere in tutti i modi la ripresa”.