Occorre più tempo per il pensiero e più pensiero per il tempo. Questa in sintesi la formula per fare impresa nel futuro, imprescindibile per chi non voglia essere definitivamente inghiottito dal buco nero della fretta, valore indiscusso fino a inizio millennio ma ora oggetto di sempre più serpeggianti dubbi non a caso tema – nelle dovute sfumature - degli interventi affrontati sul palco del TTG Day 2025.
Per farla breve, il tempo sarà la sola risorsa (peraltro ormai rara) capace di attivare la creatività imprenditoriale, rendendo noi umani padroni anziché servi delle nuove tecnologie. Riecheggiando il noto saggio del filosofo argentino Miguel Benasayag, l’esito dipenderà dalla scelta che faremo tra “esistere” e “funzionare”. Chi sceglierà la seconda modalità avrà perso in partenza perché, come ha fatto notare Barbara Valentini, esperta di trasformazione digitale ed intelligence applicata alle risorse umane, “non possiamo competere in velocità con l’AI. Dobbiamo invece di tanto in tanto prenderci tempo - senza pc, senza smartphone e senza device – per lasciare alle idee il modo di arrivare. Se non ci riappropriamo di questo tempo e se non lo lasciamo ai nostri collaboratori, pretendendo da loro sempre più velocità, smetteremo tutti di pensare e non avremo neppure voglia di chiederci se le risposte generate dall’AI, che sempre di più entrerà nel nostro lavoro, saranno corrette e, prima ancora, vere”.
Peraltro, la qualità del tempo è diventata anche per i viaggiatori un fattore assai più rilevante di quanto fosse nell’archiviato passato in cui ciò che contava era macinare il più alto numero possibile di chilometri e attrazioni iconiche. “Le nuove generazioni non sono più disposte a spendere grosse cifre dando aprioristicamente fiducia a un prodotto o a un brand”. L’attenzione per la qualità delle esperienze e del tempo legati all’acquisto di un bene – viaggio incluso - è sempre più alta, come ha ricordato Claudia D’Arpizio, presentando i dati del Monitor Bain-Altagamma sul mercato mondiale del lusso. Un quadro confermato dalle rilevazioni del TTG Monitor – la survey TTG sul proprio contingente buyer italiani ed esteri – che ha dimostrato quanto in generale ogni tipologia di viaggiatore stia ripensando il fattore tempo in una chiave diversa, scegliendo la meta in base a “come stare in vacanza” anziché a “dove stare”. Una richiesta sfidante, che necessita di nuova creatività imprenditoriale; mai scindibile, secondo il teologo Vito Mancuso, dalla creatività esistenziale. “Il creativo – ha ricordato – vive nella costante alternanza tra caos e logos, cioè la logica che dà forma al caos attraverso le idee”. Ma le idee da dove arrivano? “È un mistero – sottolinea -. La parola ha origini greche, plurimillenarie, e significa visione. Quel che è certo è che queste visioni arrivano all’improvviso e – raccomanda - se non ci si concede il tempo per fermarle, volano via”.