Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il turismo della neve italiano sta per vivere la sua prima stagione ‘vera’ dal 2020, e se gli indicatori del desiderio di vacanza e di interesse verso il prodotto sono positivi (compatibilmente con le possibilità economiche della clientela) non si può dire lo stesso delle previsioni sui margini aziendali, quest’anno più che mai a rischio erosione.
Lo racconta Skipass Panorama Turismo, osservatorio italiano del turismo montano realizzato da Jfc.
Dopo la stagione 'nulla', dovuta al Covid-19 nel 2020-2021 e un'altra - lo scorso inverno - in cui non si è riusciti a tornare ai livelli prepandemici, ora si abbatte sull'economia turistica invernale l'esplosione dei costi energetici.
Secondo le previsioni, nell'inverno 2022/2023 il fatturato complessivo delle vacanze neve salirà a quota 9 miliardi e 514 milioni di euro, segnando - nei confronti del 2021/22 - una crescita di 772 milioni, con una variazione complessiva positiva del +8,8%.
È di 4 miliardi 351 milioni il fatturato del sistema ospitale fra strutture alberghiere ed extra-alberghiere (alberghi, villaggi, B&B, residence, baite, agriturismi, case vacanza, alloggi in affitto). Rispetto alla stagione invernale scorsa, il cui fatturato è stato pari a 4 miliardi 77 milioni, si registra un incremento del +6,7% (+273 milioni circa). Si attesta a 4 miliardi 38 milioni il fatturato dei servizi quali noleggio attrezzature, maestri di sci, skipass e impianti di risalita, che nell'inverno 2021/22 aveva fatto registrare 3 miliardi 634 milioni, con un incremento dell'11,1%, quantificabile in 403 milioni circa in più.
Infine è pari a 1 miliardo 125 milioni di euro l'ulteriore fatturato generato da altri servizi quali ristorazione, commercio, attività ricreative e di divertimento, che nella stagione invernale scorsa aveva fatto registrare un giro d’affari di 1 miliardo 29 milioni. L’incremento è in questo caso del +9,3% (+95 milioni circa).
Ma, avverte l’analisi di Jfc, più fatturato non significa automaticamente maggiori ricavi per le aziende della filiera, perché quest’inverno i maggiori costi che tutte le imprese dovranno sostenere per i costi energetici e gli approvvigionamenti non saranno ripianati dalla maggiorazioni delle tariffe. Cresce quindi il fatturato per il comparto, ma vi è una riduzione dei margini aziendali.