Lo stop ai B737 in molti Paesi del mondo, tra cui l’Italia e l’Europa, non sarà privo di effetti per il trasporto aereo; e non solo per Boeing, che deve fare i conti con gli ordini in sospeso e le eventuali richieste dei vettori (come quelle che ha promesso senza mezzi termini il ceo di Norwegian).
Secondo quanto riporta repubblica.it, le vicende che hanno coinvolto l’aeromobile potrebbero innescare una reazione a catena che arriverà fino alle tariffe dei biglietti in vendita, ovvero alle agenzie di viaggi e al cliente finale.
Tariffe in aumento
In base al portale del quotidiano, le compagnie che hanno in flotta l’aeromobile ora dovranno trovare soluzioni alterative per confermare gli operativi. In altre parole, dovranno noleggiare altri aeromobili di modelli differenti: un’operazione che avrà dei costi, eventualmente anche legati al carburante. E questi ultimi andranno a finire nel prezzo finale del biglietto.
Non si tratterà in realtà di un processo a breve termine: i veri effetti si vedranno sul lungo periodo, considerando anche che eventuali aeromobili sostitutivi non potranno essere costruiti in poco tempo. La disponibilità di aeromobili, dunque, è destinata a calare; e, in base alla legge base del mercato, quella della domanda e dell’offerta, i prezzi potranno salire.