A cura di Giulio Benedetti

Dottore Commercialista

Enoturismo, attività in costante crescita

L’enoturismo è passato da attività accessoria a pilastro centrale per molte cantine italiane, con un forte potenziale per incrementare le vendite dirette grazie al contatto diretto con i consumatori e all’uso delle nuove tecnologie.

Ma anche per le agenzie viaggi ed i tour operator diventa un settore da tenere in crescente considerazione, sia per offrire nuove attività in fase di organizzazione di un pacchetto turistico, sia per soddisfare le richieste dei clienti interessati ad esperienze sempre più immersive.

Dagli ultimi studi di settore (in particolare il Report Divinea 2025 appena pubblicato) si evincono dati significativi:

· Il fenomeno coinvolge circa 15 milioni di accessi annui, rappresentando in media il 7% del fatturato delle cantine

· Aumento del numero di visitatori (+12,7% nel 2023, +22,6% nel 2024)

· Cresce la quota di turisti stranieri (dal 35% al 42%), guidati da Usa, Germania e Uk

· Il valore medio per prenotazione è salito a 129 euro (+40% in due anni), con gruppi da 3,5 persone in media

· Prezzo delle esperienze in crescita: quelle tra 21 e 50 euro sono le più richieste, ma aumentano anche quelle tra 50 e 100 euro

· Il 78% degli enoturisti acquista vino al termine della visita, con una spesa media salita a 179 euro per 8,5 bottiglie

· Profilo dell’enoturista tipo: donne (56,5%) e gruppi in aumento rispetto alle coppie

· Età prevalente: 31-45 anni (43,3%). Calano i giovani 18-30 anni, aumentano i 46-60enni

Ciò che rende ulteriormente interessante il settore è la possibilità, dal punto di vista amministrativo e fiscale, di adattarne il trattamento alle proprie esigenze.

L’attuale normativa, infatti, permette diverse modalità di svolgimento dell’attività di turismo del vino:

1. Modello agrituristico: più strutturato ma soggetto a obblighi normativi e fiscali spesso gravosi, anche per via delle normative regionali

2. Modello delle “strade del vino” (Legge 268/1999): più flessibile e incentrato sull’inserimento in percorsi turistico-gastronomici

3. Modello ospitalità semplice: ad esempio bed and breakfast rurale, o affittacamere: meno oneroso sotto il profilo normativo

Nonostante il tentativo di dare organicità al settore dell’enoturismo, oggi coesistono più modelli normativi, che permettono agli operatori agricoli di scegliere il percorso più adatto in base a risorse, vincoli e obiettivi aziendali. L’assenza di un quadro uniforme crea opportunità ma anche complessità applicative, soprattutto in termini di adempimenti regionali e fiscali.

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