Omotenashi è la parola con cui i giapponesi definiscono la capacità di intuire i desideri degli ospiti ancora prima che vengano espressi. Una virtù che...
Samarcanda si avvia al traguardo storico dei 40 anni di attività ed è una perla rara nel panorama nazionale: un brand rimasto fedele a se stesso e al proprio prestigio, italiano e in continua crescita. Prima azienda italiana verticalmente specializzata sul servizio di intrattenimento per il turismo, ha governato con barra dritta sia i cambiamenti positivi ed evolutivi che le dure prove del recente passato.
A raccontare questa grande parabola industriale Dario Filippi, fondatore e tuttora CEO del gruppo, anima e impulso delle rivoluzioni ed evoluzioni vissute da Samarcanda.
- Prima del futuro, il presente: che significa per Samarcanda fare intrattenimento turistico oggi.
Significa sfidare la paura che i cambiamenti possano distrarci dall’essere noi stessi. Sembra solo teoria, ma è proprio il messaggio che cerco di dare alla mia organizzazione tutti i giorni: abbiate coraggio nel proporre, innovare, liberare la fantasia. Tutto ciò però fondiamolo sull’orgoglio di far parte di un gruppo che ha basato la propria fortuna sul fattore umano, che non deve mancare mai: sorrisi, empatia, voglia di comunicare felicità. Uno dei nostri primi payoff era “Gente che sorride”: rimane ancora il nostro inno.
- Come si raggiunge il punto di equilibrio fra la centralità dell’ospite, la tutela degli animatori, la cura degli interessi dei vostri committenti?
Non si tratta di elementi in contrasto. Se i committenti sono soddisfatti lo sono anche gli ospiti, e se gli ospiti lo sono vuol dire che i nostri Joyner stanno facendo un gran lavoro. Attenzione: i nostri sono Joyner. Gli animatori Samarcanda hanno un livello unico di preparazione e stile. Sono dispensatori di “joy”, contemporanei e internazionali, e abbiamo coniato un termine speciale che possa identificarne l’unicità.
- Joyner come mindset, insomma. E nel futuro prossimo? Su cosa sta lavorando la divisione R&D della sua azienda in termini di prodotto?
Ci sono diversi “cantieri” che stanno producendo grandi risultati, con tipologie di prodotto più snelle, agili e altamente professionali, adatte a specifici contesti. E poi tanta tecnologia, innovazione, creatività: presto introdurremo anche elementi di intelligenza artificiale nella gestione delle nostre attività ma sempre con valori umani al centro.
- A tal proposito, nella vostra comunicazione torna spesso il tema dei valori come driver portanti della vostra attività: ci faccia due esempi concreti.
Diritti e sostenibilità. Per i diritti siamo sempre stati i primi a preoccuparci di “ripulire” le opacità che stavano rischiando di marchiare indelebilmente questa splendida professione. I nostri Joyner sono inquadrati con contratti full-time tutelati dal Contratto Nazionale che noi abbiamo promosso per primi. Sostenibilità è il grande tema del futuro e per noi significa immaginare attività che impattino zero ma anche rendere il lavoro di Joyner “sostenibile” con le esigenze di un giovane ragazzo alla prima esperienza.
- Guardando indietro: quali delle grandi scelte strategiche del suo gruppo rifarebbe e su quali correggerebbe il tiro?
Non rinneghiamo niente. Siamo sempre stati i primi a fare tutto, pionieri nel tracciare nuovi sentieri, anche quando sapevamo che questo avrebbe favorito anche i nostri competitor. Abbiamo creato questo settore in Italia, e sentiamo un po’ questo ruolo di “capitani”.