Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non piace a tutti la nuova tassa di ingresso a Venezia, diventata realtà con la nuova legge di bilancio approvata il giorno di Capodanno. Se da un lato, infatti, il Sindaco e gli albergatori plaudono all’intervento, di diverso avviso è, ad esempio, il mitico proprietario dell’ Harry’s Bar, quell’Arrigo Cipriani che ha fatto la storia della città.
Il commento è lapidario: "Un altro inutile ladrocinio - dice in un’intervista a La Stampa -. Due o cinque euro al giorno non diminuiranno il numero dei visitatori. L'applicazione sarà molto macchinosa, se non impossibile”
Di diverso avviso è invece Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: "Le nostre città sono musei: come accade nei musei, è giusto pagare il biglietto d'ingresso. Finora è toccato soltanto ai turisti che soggiornavano negli alberghi di Venezia 'pagare il conto', quella tassa di soggiorno da cui era esente chi dormiva in altre località o trascorreva soltanto la giornata in città, creando un enorme sovraffollamento. È giusto, invece, che paghino il biglietto di ingresso anche coloro che non lasciano ricchezza alla città, che sostengano anche loro i bilanci di destinazioni di questo tipo".
A dar manforte al presidente nazionale degli albergatori anche Claudio Scarpa, direttore di Ava, l’Associazione veneziana degli albergatori: "Questa è una vittoria per la città, non solo per il Comune, e chi oggi contesta una misura concreta com'è questa fa solo sterile opposizione -dice -. "Il principio fondamentale è che anche chi viene in città dalla mattina alla sera, contribuendo pochissimo al fatturato turistico, ma pesando molto sui costi dei servizi, deve capire che non è tutto gratis, e che le città storiche, che vengono 'consumate' dai tanti visitatori, hanno diritto ad avere un ritorno economico".
Intanto, si attende di capire come verrà modulata la tassa e da quando si inizierà a pagare.