Qatar: Bellezza nascosta da rivelare ai tuoi clienti

È curioso che in un luogo come il Qatar, proiettato verso un futuro che non si pone limiti, anche il passato possa rivelarsi sorprendente. Antico e moderno vanno infatti costantemente a braccetto in questo angolo di mondo che negli spazi strappati al deserto ha disegnato parchi, giardini e avveniristici skyline punteggiati di musei e gallerie d’arte. Una destinazione culturale a tutti gli effetti, che sulla tradizione storica e artistica ha saputo costruire un’offerta estremamente innovativa.

Arte ovunque e per tutti
Il marcato contrasto tra passato e presente risulta evidentissimo già in una prima passeggiata nel Souq Waqif di Doha, luogo di ristoranti e locali di ritrovo realizzati secondo lo stile architettonico tradizionale, con i grattacieli a fare da sfondo. Qui la vita scorre secondo gli antichi ritmi della strada, tra mercati ed esibizioni di falconeria, artigiani gioiellieri, botteghe di stoffe, pelletteria, strumenti musicali e spezie, con l’inaspettata parentesi di modernità rappresentata dal gigantesco pollice in bronzo – Pouce – realizzato dallo scultore francese Cèsar Baldaccini e posto a guardia di uno dei tanti incroci del souq. Ormai è diventato un’icona cittadina, come peraltro molte delle installazioni d’Arte Pubblica visibili nelle vie di Doha.

La capitale ha infatti trasformato il proprio arredo urbano in una galleria d’arte internazionale a cielo aperto in cui trovano spazio installazioni di varia provenienza. Tra queste le opere dei britannici Sara Lucas, autrice del cavallo a grandezza naturale Perceval, e Daniel Hirst che con le sue 14 monumentali sculture in bronzo ha illustrato il Viaggio Miracoloso del feto umano fino al momento della nascita. Portano invece la firma dello statunitense Richard Serra il grande 7 – numero significativo per la simbologia islamica - svettante sul parco del Museo di arte islamica e i quattro monoliti in acciaio - East-West/West-East – che nel deserto a nord di Doha marcano lo scorrere del tempo. L’articolato spazio geometrico Smoke posto all’ingresso del Doha Exhibition Convention Centre è opera di un altro statunitense, lo scultore Tony Smith, mentre a rappresentare la creatività italiana c’è Lorenzo Quinn con La Forza della Natura II posta a guardia dell’anfiteatro di Katara.  

Richiami a miti e simbologie emergenti dal passato più profondo che riprendono corpo grazie alla creatività del nostro tempo, in un’alternanza fra antico e presente che è anche cifra della Fire Station Gallery, altra vivacissima realtà culturale urbana.

Facilmente intercettabile grazie alla svettante torre di esercitazione dei vigili del fuoco lasciata all’originario stato grezzo, negli edifici più bassi si contraddistingue per le variopinte facciate della Garage Gallery, un ampio spazio riservato a mostre temporanee che hanno accolto nomi altisonanti della scena internazionale, tra i quali Pablo Picasso e Alberto Giacometti – presentati al pubblico mediorientale per la prima volta proprio qui -, e poi Kazimir Malevich e, in questi giorni, Virgil Abloh, il poliedrico creativo statunitense recentemente scomparso e noto al grande pubblico anche come direttore creativo della maison Louis Vuitton.

In linea con l’effervescente spirito creativo cittadino, l’attività della Garage Gallery si declina su più fronti e ogni anno, attraverso il progetto Artist in Residence, offre ad alcuni selezionati creativi locali la possibilità di mettere in mostra le proprie opere e confrontarsi con artisti di altri Paesi.

Un vero e proprio laboratorio di idee, insomma, che è specchio di una vivacità artistica molto bene illustrata nelle sale del Museo Mathaf dedicato all’arte araba dal 1840 ad oggi: oltre 9mila opere tra dipinti e sculture che nel loro genere costituiscono una delle più grandi collezioni mondiali.

Il passato rivive anche nel complesso museale di Msheireb, formato da quattro edifici storici restaurati nel rispetto dello stile tradizionale qatariota. Tra questi, la Radwani House – con le camere disposte attorno ad un ampio cortile interno - racconta la quotidianità della vita in famiglia nei tempi passati. La Company House, che fu sede della prima compagnia petrolifera del Qatar documenta invece la storia dell’industria petrolifera attraverso interessanti filmati d’epoca, mentre la Bin Jelmood House, appartenuta un tempo a un mercante di schiavi, riporta studi e testimonianze sul periodo della schiavitù.

Per chiudere in Bellezza
Fra i tanti passatempi offerti dal Qatar, due lo rendono una meta assolutamente unica e sono perfetti per concludere una vacanza improntata sulla Bellezza.

Si inizia con il viaggio in 4x4 a Khor Al Udaid, nell’area sudorientale del Qatar, a circa 80 chilometri da Doha. In questo caso l’opera d’arte è creata direttamente dalla natura: vari tipi di pesci, crostacei e tartarughe popolano le acque mentre in cielo si levano cormorani, sterne, gabbiani, falchi, fenicotteri e altri uccelli acquatici migratori. Nelle ore del mattino la spiaggia viene ricoperta dalla marea che la trasforma in un lago interno pronto a scomparire la sera, mentre tutt’intorno dune alte fino a 40 metri riflettono i colori del tramonto. Un capolavoro naturale che resta negli occhi almeno quanto le poderose formazioni rocciose di Ras Brouq. L’area era già abitata in epoca preistorica, come confermano gli scavi archeologici in corso qui come un po’ ovunque nell’Emirato. Dalle zone desertiche interne al perimetro costiero, inclusa l’area urbana della capitale, gli archeologi lavorano infatti per riportare in luce le tracce del passato. Tutto questo utilizzando gli strumenti di indagine più moderni e collaborando con esperti internazionali. Favorendo e alimentando così l’interscambio culturale che è da sempre peculiarità dell’emirato.

www.visitqatar.qa/it-it

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