Il commento del direttore
Remo Vangelista
È un anno particolarmente complesso questo 2019 per Norwegian. L’ultimo colpo in ordine di tempo è stato l’annuncio del ritiro da parte del presidente e cofondatore della compagnia Bjorn Alvor Kjse. Un’uscita di scena, prevista per maggio, mentre è in corso il piano di ristrutturazione volto a riportare i conti in attivo.
Un momento di pausa e di revisione del progetto che ha portato in pochi anni la compagnia a raggiungere quota 37 milioni di passeggeri e che ora necessita di una boccata di ossigeno. Il che si traduce inevitabilmente anche in tagli.
Il caso Italia
La ristrutturazione colpirà in maniera diretta anche l’Italia, mercato sul quale la compagnia aveva grandi ambizioni, come dimostra anche la scelta di inserire Roma, oltre che come base per il corto-medio raggio, anche per i voli long haul low cost verso gli Stati Uniti. “L’Italia resterà un mercato molto importante per noi - rassicura Alfons Claver, head of communications and public affairs, Spain and Italy - e non abbiamo intenzione di lasciare il presidio nonostante la scelta, dolorosa, di chiudere la base di Fco per i voli a corta gittata”.
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