Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un balzo indietro di due anni e mezzo, ma sembra un secolo fa. L'energia non era un problema, il fuel aveva prezzi decisamente inferiori, il trasporto aereo non arrivava da diverse stagioni con i conti in debito d'ossigeno e il personale degli aeroporti era sufficiente a gestire il traffico. Eppure, se non ci saranno interventi, tra un mese esatto il comparto potrebbe dire addio alle regole speciali per i diritti di volo e tornare a fare i conti con la famigerata e temuta legge che, in sostanza, prevede la perdita degli slot per le compagnie che non li utilizzano appieno.
Il 30 ottobre, come riporta preferente.com, scade infatti l'attuale regolamento che consente ai vettori di mantenere gli slot utilizzati al 64%, tornando alla soglia dell'80% in vigore nell'era pre-Covid. Il tetto era stato abbassato per evitare il moltiplicarsi dei 'voli fantasma', ovvero dei collegamenti operati anche in mancanza di passeggeri con l'unico scopo di non perdere i diritti di volo.
La posizione di Bruxelles
Ma il ritorno alle vecchie regole agita le acque dell'aviazione. La decisione spetta unicamente alla Commissione europea e le compagnie iniziano a temere l'effetto combinato di recessione, aumento del fuel e ritorno alla regola dell'80%.
Però non tutti i vettori vedono la ripresa delle vecchie norme come un problema: alcune low cost la vedono come un'opportunità di sottrarre prezioni slot alle legacy e alle compagnie di bandiera.
La Commissione sembra favorevole a non prorogare ulteriormente la regola del 64%, ma la Iata da settimane bussa alla porta di Bruxelles per avvertire dell'impatto che questa decisione avrebbe sull'economia e sui trasporti.
"La decisione è prematura" ha affermato senza mezzi termini il direttore generale dell'associazione, Willie Walsh. E questo anche per un motivo: molti aeroporti, a causa anche dei noti problemi di personale, non sarebbero pronti a servire nemmeno il 64% dei passeggeri pre-pandemia. Ed è per questo motivo che Walsh chiede un prolungamento delle regole più flessibili, che a suo avviso potrebbero supportare meglio la ripresa.