Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Dobbiamo liberare gli italiani dal dominio di un famoso vettore low cost in Italia”. Carsten Spohr, a.d. del gruppo Lufthansa, raccontava così, nei giorni scorsi, la situazione del trasporto aereo sulla Penisola visto dalla Germania.
L'ospite poco gradito, a cui fa riferimento il numero uno di Lufthansa in un’intervista a corriere.it, che domina il traffico sul Paese, è evidentemente Ryanair, trattato come un fantasma senza nome la cui identità è, però, nota a tutti.
Che il vettore irlandese abbia occupato molte delle rotte disponibili e che sia uno dei player principali del traffico aereo in Italia, è un dato di fatto. Davanti ai passi indietro della compagnia di bandiera, vittima di una storia ormai lunga e travagliata, giocoforza chi ha la possibilità occupa gli spazi. Forse nella distrazione generale.
Così Spohr racconta la sua versione: l’unione con Ita Airways diventerà un ottimo strumento per portare “maggiore concorrenza” nel trasporto aereo del nostro Paese. “Non mi arrendo a essere positivo sul dossier Ita – dice l’a.d. del vettore - anche perché credo sia un bene per l’Italia e per Lufthansa, e anche per i clienti italiani che ora soffrono di una posizione dominante del 40% di una conosciutissima compagnia aerea low cost”.
Un messaggio neppur troppo velato all’Unione Europea, che sta mettendo paletti e vincoli alla fusione fra i due vettori, dalla questione delle rotte tra l’Italia e alcuni mercati dell’Europa centrale, al peso eccessivo su Milano Linate, dove le due realtà avrebbero il 67% dei posti in vendita, e soprattutto ai collegamenti intercontinentali verso il Nord America.
Tutto questo mentre in Italia, intanto, “un famoso vettore low cost”, per usare le parole di Spohr, occupa una posizione già nei fatti dominante.