Il commento del direttore
Remo Vangelista
Si avvia alle battute finali la partita della riforma del Fisco, una delle più importanti delle prossime settimane. Anche perché sarà uno degli interventi cui spetterà il compito di rimettere in pista l’economia del Paese dopo mesi di chiusure e restrizioni.
Ora le commissioni Camera e Senato stanno analizzando le proposte arrivate dai partiti, con l’obiettivo di arrivare a un documento unitario entro il 30 di giugno. A questo punto partirà la proposta di legge delega che il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare entro il 31 luglio.
Un punto comune che sembra riunire tutte le forze presenti in Parlamento sarebbe quello di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, ovvero sul terzo scaglione dei redditi soggetti all’Irpef; si tratta, come ricorda corriere.it, della fascia 28mila-55mila euro, che vede un balzo dell’aliquota dal 27% al 38%.
Le proposte in campo
Sugli altri temi, però, il dibattito è quantomai aperto. Il Pd suggerisce un meccanismo più progressivo, che eviti i ‘salti’ di aliquota. L’idea sarebbe quella di adottare un sistema simile a quello in vigore in Germania, ovvero associare a ogni reddito un’aliquota media tramite una funzione matematica. Inoltre, si vorrebbe fissare l’Iri al 24%.
La proposta della Lega è invece quella di aumentare la progressività del terzo scaglione, alzare la No Tax Area a 10mila euro e abolire l’Irap.
Chiudendo il cerchio delle maggiori forze del Parlamento, il M5S propone invece tre scaglioni Irpef: 23%, 33% e 43%, oltre all’introduzione di un’Iri semplificata.
L’Irpef a 3 aliquote è anche una proposta di Fratelli d’Italia, che però vorrebbe estendere l’aliquota del 27% ai redditi fino a 55mila euro.
LeU rispolvera la proposta della patrimoniale, con un’ipotesi che prevede una progressione e una franchigia che escluda la prima casa, oltre a un’aliquota massima dell’1%. Ma al tempo stesso sarebbero abolite le imposte che gravano su patrimoni e redditi di capitale, come ad esempio l’Imu. Come precisato dal documento di LeU stessa, l’operazione dovrebbe avvenire senza aumentare il gettito rispetto alle imposte attualmente in vigore.
Forza Italia chiede invece un sistema a 3 aliquota (15%, 23% e 33%) e una No Tax area a 12mila euro. In particolare, la seconda aliquota sarebbe una flat tax per il ceto medio: riguarderebbe infatti i redditi compresi tra i 25mila e i 65mila euro. Il minor gettito sarebbe recuperato tramite spendi review, recupero costi intermedi, tax expenditure e web tax. La proposta precede anche la ‘pace fiscale’.
Anche Italia Viva parte dalla revisione del terzo scaglione, ma aggiunge anche un ‘minimo esente’ per l’Irpef. Che non sarebbe una No Tax Area, ma una soglia di reddito che corrisponde a ciò che serve per sopravvivere. Tra le altre proposte, il contributo per i redditi bassi e l’abolizione dell’Irap.