Il commento del direttore
Remo Vangelista
Le crociere fluviali cominciano a ritagliarsi sempre più spazio nella Penisola. Già affermate in Europa, conquistano un target di consumatori altospendenti perlopiù over 60, nonostante anche i giovani - spinti dalla possibilità di abbinare all'itinerario esperienze dinamiche - inizino ad avvicinarsi a questa tipologia di viaggio.
"Approcciare un mercato nuovo in epoca pandemica non è stato semplice", spiega Chiara Gobbi, responsabile della distribuzione in Italia di Avalon Waterways. "Le nostre navi sono come dei boutique hotel e nulla vogliamo togliere alle crociere sul mare, semmai desideriamo proporci come alternativa".
Fondamentale per la vendita di questa tipologia di prodotto si rivela la formazione del trade. Sono gli adv a influenzare il consumatore e a creare una cultura della crociera fluviale nel Belpaese. "In Uk, per esempio - prosegue Gobbi - il 90% del nostro venduto passa tramite intermediario".
Il pubblico apprezza questa modalità di esplorazione 'slow' e lo conferma anche Giver Viaggi e Crociere che, nonostante la pandemia, non si è fermato, capendo come gestire la programmazione e dando supporto operativo alle adv. "Intercettiamo la clientela in modi diversi - conclude Anna Maria Vullo, general manager di Giver -. Il booking però, è intermediato sempre al 100%". G.G.