Stefano Pompili:
‘Vicini al ritorno
a 250 milioni’

I numeri confermano la tendenza di inizio estate per Veratour. Il ceo Stefano Pompili si gode qualche giorno di vacanza ma rimane vigile e in contatto con la sede di Roma. La crescita del 6% è confermata, come pare certo l’aumento del prezzo medio. Da tempo Veratour non “abita” più sulla fascia media e si distingue per frequentare il segmento alto del mercato del tour operating. Villaggista sempre più spinto, con un occhio molto attento per la parte della gestione alberghiera, affidata alla cura sapiente del presidente Carlo Pompili.

Stefano Pompili, possiamo dire che l’Italia ha risposto bene malgrado le avvisaglie negative di primavera?

Oltre il 30% dei clienti ha scelto il nostro Paese nella fase centrale dell’estate. Posso dire che gli investimenti che abbiamo fatto ci stanno ripagando sicuramente e contiamo di replicare il giro d’affari del 2019. La “nostra Italia” ha risposto bene malgrado sul lato dei trasporti aerei vi siano stati problemi.

Le proiezioni per l’intero esercizio mantengono l’incremento che avete preannunciato a giugno?

Abbiamo una previsione di chiusura a 250 milioni di euro di fatturato con una crescita del 6%, che dovrebbe quindi riportarci alla cifra d’affari del bilancio 2019. E così ci apprestiamo a mandare in archivio l’ennesimo esercizio con marginalità positiva.

Questo malgrado le difficoltà del Mar Rosso. I noti problemi dell’area si stanno facendo sentire sull’intero mercato?

Di fronte all’instabilità dell’area già nei mesi scorsi abbiamo rivisto la nostra esposizione, riducendo la banca letti sul Mar Rosso. Dispiace ma era inevitabile di fronte a questa situazione che ormai si protrae da tempo.

Invece la Tunisia, almeno nella prima parte dell’anno, ha fatto meglio del previsto. C’è stato un travaso di pax dal Mar Rosso?

Siamo soddisfatti perché è una meta che cresce vicino al 10% e in parte ha coperto quella fascia media di mercato che si fa fatica sempre più a intercettare. Credo sia importante presidiare anche queste aree perché le vicende del passato ci hanno insegnato a differenziare.

Come sta procedendo l’attività sul canale della vendita diretta?

Si tratta solo di un fattore visibilità e non togliamo nulla alle agenzie. E’ una clientela diversa che non transita dalla distribuzione tradizionale. Comunque vale pochissimi punti percentuali.

Parliamo di lungo raggio, se la Repubblica Dominicana conferma i target, Cuba delude le attese. Ma quando si riprenderà questa meta?

Cuba è una destinazione persa sotto alcuni aspetti, perché vive un ciclo negativo. Tra qualche stagione sono certo che riprenderà a crescere, ma prima serve un rinnovamento importante delle strutture alberghiere.

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