Il commento del direttore
Remo Vangelista
Partito ieri sera in maniera ufficiale il toto ministri, si registra, questa mattina, la totale scomparsa del turismo. La delega al settore, rimbalzata nel corso degli anni dalla Presidenza del Consiglio al Ministero del Beni Culturali, e atterrata alla fine al Ministero dell’Agricoltura sotto la guida di Gian Marco Centinaio, è sparita dai radar, inghiottita da altri e più grandi incarichi di cui si sta discutendo in questa giornata.
Nulla di male. Sicuramente gli Interni, gli Esteri, lo Sviluppo Economico, il Lavoro e le Infrastrutture sono certamente temi centrali nell’economia di un Paese, e al di là dei proclami, il ‘petrolio d’Italia’, quel comparto che produce il 12% del Pil nazionale, ha un ruolo marginale nelle trattative per un posto al sole.
Il ministro del Turismo
Se con il governo 5 Stelle e Lega si era ipotizzato di creare un ministero autonomo, ipotesi poi tramontata nei fatti con la delega finita nella mani di Centinaio insieme all’Agricoltura, sembra invece che il nuovo esecutivo non abbia intenzione di dare al turismo una sua singolarità.
Non se ne parla molto: l’unico accenno che si fa è un nuovo, ennesimo, passaggio della delega di mano in mano. Al momento pare che verrà tolta dal Ministero dell’Agricoltura e verrà nuovamente rimessa sotto il dicastero dei Beni Culturali.
E tutti quelli che lavorano nel comparto sanno cosa voglia dire un nuovo passaggio: praticamente si prospetta circa un anno di vuoto, nell’attesa che si ritrasferiscano competenze e uffici da via XX Settembre al Collegio Romano.
I nomi e i cognomi
Per la poltrona dei Beni Culturali si prospettava, fino a ieri, un ritorno di Dario Franceschini. Ma già in serata pareva che il ministro del tax credit fosse chiamato a ricoprire altri ruoli, come quello di titolare della Difesa.
Qualunque sia il nome che andrà ad occupare quella casella, è sicuro che il prossimo titolare della delega al Turismo difficilmente accetterà e prenderà per buone tutte le scelte effettuate dal suo predecessore. Non resta che stare a vedere quali provvedimenti saranno confermati e quali no, primo fra tutti il nuovo gruppo dirigente di Enit, di fatto appena diventato operativo.