Il commento del direttore
Remo Vangelista
Per ora, la fattura elettronica si applica solo alla pubblica amministrazione.
E anche questo passaggio è stato introdotto in due step: il primo a giugno dello scorso anno, con la e-fattura per i ministeri. Il secondo, oggi, con l'ampliamento della platea di riferimento a tutta la Pa.
Difficile pensare, tuttavia, che tutto si fermerà qui. Anche se, oggi, gli occhi sono puntati sulle norme appena entrate in vigore, negli ultimi tempi si sono rincorse le voci su un'ulteriore passo in avanti per il fisco digitale: il passaggio completo dalla fattura cartacea a quella digitale.
Considerato che il sistema di fatturazione elettronica prevede il passaggio di tutti i documenti direttamente sulla piattaforma dell'Agenzia delle Entrate (il cosiddetto
Sdi
), il tutto si tradurrebbe in una pressoché totale trasparenza dei collegamenti.
A questo si aggiungerebbe anche una seconda ipotesi, quella dello scontrino elettronico. Entrambe le ipotesi sono molto al di là da venire, ma la direzione sembra tracciata.
Le idee in questo senso non mancano, compresa quella di abolire, una volta entrata a regime la digitalizzazione totale, il limite dei contanti. Ma, per il momento, si tratterebbe solo di proposte sul tavolo.
Quello che invece è già diventato realtà è il cosiddetto split payment: termine anglosassone dietro il quale si nasconde la 'trattenuta a monte' dell'Iva per i pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei privati.
Il concetto alla base sarebbe il seguente: visto che l'Iva, in definitiva, deve essere pagata allo Stato, quest'ultimo non versa la somma relativa. Anche questa procedura, così come la fattura elettronica, ha richiesto qualche
chiarimento
per quanto riguarda le agenzie di viaggi. E non senza qualche lamentela da parte dei soggetti coinvolti.
La rivoluzione del Fisco, comunque, sembra essere iniziata.