Il commento del direttore
Remo Vangelista
Tra qualche anno le ricerche online saranno prevalentemente effettuate vocalmente. Ed è meglio che l’industria dei viaggi si prepari a questa ennesima evoluzione, per non diventare "invisibile" a una larga fetta di mercato, che in un futuro molto vicino si avvarrà esclusivamente degli assistenti vocali per ricercare destinazioni e programmare le vacanze.
Secondo quanto spiegato a ttgmedia.com, da Finnbar Cornwall, senior industry head in travel di Google, la vocal search sta diventando sempre più importante nella fase ispirazionale.
Uno stile di vita
“La maggior parte delle persone che usano la ricerca vocale - ha spiegato - lo fa almeno una volta alla settimana. E per chi la usa di più, è uno stile di vita: il 75% dice di cercare più di prima".
Il fenomeno tenderà a crescere, poiché le aziende specializzate in tecnologie di riconoscimento vocale stanno investendo affinché i dispositivi siano in grado di comprendere con precisione le voci degli utenti e di accrescere quindi l’interazione con gli umani, dando l’impressione di una conversazione quanto più naturale possibile.
Personalizzazione
“Il futuro della voce ha un chiaro legame con la personalizzazione, in quanto in consumatori iniziano ad aspettarsi una conversazione naturale - ha detto il manager -. Ma la natura mutevole dei consumatori, sempre più curiosi e impazienti non è solo guidata dalla voce, perciò le aziende del turismo devono continuare ad adattarsi alle evoluzioni dei consumatori in tutte le interazioni marketing”.
Cosa fare
La strada da seguire, secondo Cornwall, è quella di investire sull’intero “customer journey”. Investire su ogni cosa che possa raggiungere il cliente, sempre “purché sia redditizio”.