Il commento del direttore
Remo Vangelista
Tra poche settimane saranno due anni di stop effettivo. Prima con il blocco dei voli sulla Cina, già un duro colpo per il travel, poi con lo stop assoluto dei viaggi. E con i divieti degli spostamenti lungo raggio, vera fonte di guadagno per il turismo organizzato. Ma anche per i trasporti la situazione non è meno critica, come dimostrano i voli cancellati e la riduzione degli operativi da parte degli operatori ferroviari.
Il comparto non ha mai visto protrarsi per così tanto tempo una situazione di stallo. E le ultime notizie sulla situazione epidemiologica fanno pensare che i prossimi mesi vedranno una ripartenza molto timida, senza l’accelerata che tutti attendono.
Proprio le prospettive per la primavera e l’estate fanno lanciare il grido d’allarme del turismo. Un urlo che arriva da diverse parti e che, nelle ultime ore, ha visto un moltiplicarsi di appelli alle istituzioni.
Gli appelli
A iniziare dalle agenzie di viaggi che, tramite l’associazione Adv Unite, ha richiamato l’attenzione sui licenziamenti nel comparto e sulla richiesta di imposte a un comparto di fatto fermo da oltre 20 mesi.
Sulla stessa onda Nicola Ciccarelli, presidente del gruppo Swadeshi Hotels, che ha parlato di “soluzioni quasi offensive” a proposito delle misure previste dal Governo.
Prende carta e penna per scrivere all’esecutivo anche Italo, che senza mezzi termini afferma: senza misure di sostegno ci saranno conseguenze sui livelli occupazionali.
I toni non cambiano e sono comuni a tutte le branche del settore: le misure sono insufficienti e di questo passo il comparto rischia grosso.