Il commento del direttore
Remo Vangelista
ll mondo del turismo, e non solo quello italiano, ha già fatto sentire la sua voce. Ma la data fatidica si avvicina e per intervenire sulla nuova direttiva pacchetti dell’Unione europea prima che venga definitivamente approvata (e dunque vincoli gli stati membri a uniformarsi) resta ormai poco tempo, visto che la data del voto finale è prevista per il 26 giugno.
Il settore, sia europeo che italiano, ha già messo in luce una serie di rischi che il comparto potrebbe correre se il testo così come è scritto oggi venisse approvato senza nessuna modifica. Nel concreto, sono sostanzialmente 3 i punti su cui viene messo l’accento: l’estensione della definizione di ‘pacchetto turistico’, i limiti agli acconti e le norme per i rimborsi.
La definizione di pacchetto turistico
Il primo nodo riguarda lo scarto temporale tra l’acquisto di due servizi singoli che fa ‘scattare’ la definizione di pacchetto. La nuova norma infatti amplia la finestra a 72 ore.
Dunque, un’agenzia di viaggi che vende un servizio, affermano le associazioni, non saprà prima di 3 giorni se ha venduto un pacchetto o un ‘servizio singolo’, dal momento che il cliente ha questo lasso di tempo per entrare nuovamente in agenzia, completare un’ulteriore prenotazione per il medesimo viaggio e far scattare le tutele previste per i pacchetti.
Il limite agli anticipi
Sotto accusa anche il tetto del 25% per gli anticipi, con il divieto di richiedere il saldo prima di 28 giorni dalla partenza. Una norma che, secondo il settore, rischia di mettere a repentaglio la liquidità di agenzie di viaggi e tour operator.
Il rimborso
Ma ad agitare gli animi sono anche le non meglio precisate “circostanze straordinarie” che fanno scattare il diritto al rimborso completo da parte del cliente.
I timori del settore riguardano una mancata definizione precisa di queste circostanze: un elemento che fa temere gli addetti ai lavori, dal momento che si presterebbe a richieste di rimborso per i motivi più disparati.
A questo si collega la possibilità di annullare il viaggio con il rimborso integrale dei pagamenti effettuati in virtù di un avviso di sicurezza dell’Autorità (ovvero un “official travel warning”) emanato 28 giorni prima del viaggio La pratica sarebbe da gestire entro 21 giorni, con pesanti multe in caso di inadempienza: un aggravio pesante, secondo l’opinione del mondo del turismo.