Il commento del direttore
Remo Vangelista
Malgrado l’allentamento delle misure restrittive e la ripresa delle prenotazioni anche verso le mete a lungo raggio stiano infondendo nuova fiducia in una ripartenza duratura, gli operatori turistici restano impegnati a gestire diverse emergenze. Fra rincaro dei prezzi, carenza di personale qualificato e guerra Russia – Ucraina, i fattori di incertezza restano tanti.
Una scelta obbligata
Uno fra gli altri continua ad agitare i sonni delle associazioni di categoria, che recentemente hanno ricordato lo spinoso tema del rimborso dei voucher emessi durante la crisi, fino a oggi prorogato a 30 mesi dall’emissione dei buoni. “Presto si arriverà alla restituzione degli importi ai consumatori, gravando il settore di una insopportabile tensione finanziaria con conseguenze imprevedibili” recita una nota congiunta diffusa da Aidit, Assoviaggi, Astoi, Maavi e Fiavet.
Serve un finanziamento
La questione, già ampiamente dibattuta nel corso della pandemia, sta per riemergere in tutta la sua complessità e rischia di compromettere i fragili bilanci di molti tour operator e agenzie.
Più volte le associazioni di categoria avevano richiesto la messa in opera di un sistema di finanziamento a tasso zero, sulla scia di quanto realizzato da altri Paesi europei, in modo tale da permettere ai clienti di rientrare in possesso delle somme versate e alle imprese di avere un periodo di tempo più agevole per ricostruire la cassa e restituire il finanziamento statale.
Non c’è più tempo
Il tempo stringe per tutti. Per i tour operator, che hanno in ogni modo cercato di incentivare la fruizione dei viaggi sospesi. Per le agenzie, che devono gestire la mole di prenotazioni ancora inutilizzate senza intaccare la fiducia dei viaggiatori. Per il cliente finale, che deve decidere se partire davvero o attendere ancora tempi più propizi.
Su tutto aleggiano poi la crisi economica e lo spettro dei rincari e della guerra. Intanto “a tutt’oggi non si è affrontato il problema voucher – sottolinea il presidente di Maavi, Enrica Montanucci -, rimandandone solo le scadenze fino a 30 mesi, senza pianificare fondi a sostegno degli stessi”.
Isabella Cattoni