Viaggi d’affari
in Italia: numeri,
sfide e previsioni

Bene il nazionale, un po’ meno l’internazionale. Il mercato del business travel torna a segnare un +3% di crescita nel 2024 sul 2019 (22,07 milioni di euro), confermando il processo di normalizzazione post-Covid, ma mostrando ancora elementi di criticità. L’analisi offerta al Travel Innovation Day 2025 da Andrea Guizzardi, direttore Osservatorio Business Travel del Politecnico di Milano, rileva infatti che “il baricentro geoeconomico delle aziende si sta gradualmente accorciando per la concomitanza di diversi fattori di rischio, fra cui tensioni internazionali, dazi e spinta all’individualismo, con inevitabili riflessi sulle abitudini dei business travellers. In sostanza, sta prendendo forma un nuovo tipo di equilibrio”.

Crescono i viaggi ‘non core’

Se prima della crisi sanitaria prevalevano i viaggi di lavoro finalizzati alla vendita o all’assistenza di prodotto, ora crescono tre volte di più i viaggi ‘non core’, cioé quelli collettivi e Mice, trasferte che guardano maggiormente alla lunga prospettiva anziché alle immediate esigenze dell’azienda: dalla formazione all’innovazione o alla pianificazione.

“Questo è sicuramente un buon segnale - ha osservato Guizzardi -, sebbene in termini di spesa sia evidente il divario fra il -1% a livello internazionale e il +4% a livello nazionale: rileviamo dunque due dinamiche, legate a un più rapido calo dei prezzi all’estero, soprattutto sul mercato dei trasporti aerei (-1,8% sul 2023, ma addirittura -9,6% sulle tratte intercontinentali) rispetto agli aumenti dei pernottamenti d’affari a livello domestico. Nel 2025 - ha concluso - potremmo dunque assistere a un’ulteriore spinta verso l’alto, ma in termini moderato-stazionari, attorno ai 22,5 milioni di euro”.

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