Bergamo,
così cambia
un aeroporto

Piccoli aeroporti crescono. La storia di Orio al Serio, ormai ufficialmente aeroporto di Milano Bergamo, è davvero la storia di un piccolo scalo che per diverso tempo ha basato le sue fortune su un traffico low cost, crescendo insieme ai vettori a basso costo che, anno per anno, hanno ampliato il loro network di destinazioni. Che rimanevano, comunque, all’interno del Vecchio Continente.

Di quei tempi ‘eroici’ di partenze all’alba e ritorni a notte fonda da mete a corto raggio al Caravaggio resta poco o nulla.

Oggi lo scalo riveste un ruolo di primaria importanza come hub del Nord Italia e non solo verso l’Europa. Quest’anno, il particolare, l’aeroporto apre le sue porte all’Asia e al Medio Oriente. E se in parte continua ad essere merito di quelle compagnie low fare che hanno spinto la sua attività nei suoi primi anni di vita, si affacciano sullo scalo anche altri soggetti, sempre no frills ma che puntano su destinazioni più lontane.

È il caso dei voli Pegasus Airlines e AJet, che puntano sul Sabiha Gokcen di Istanbul, aprendo una serie di opportunità di collegamento verso il Medio Oriente con mercati come Bahrein, Kuwait, Oman e Arabia Saudita, per non parlare delle opportunità che offre da Istanbul l’operatività di Turkish Airlines.

Guarda invece all’Asia Air Arabia, che con la sua rotta su Sharjah consente ai clienti di effettuare trasferimenti da e per India, Pakistan, Malesia, Sri Lanka e Bangladesh. E ancora Flydubai, che grazie alla partnership con Emirates consente di volare quasi ovunque nel mondo, ma in particolare verso India, Sud-Est asiatico, Africa, Australia e Nuova Zelanda.

E infine la stessa Ryanair, il vettore con cui Bergamo ha il legame più antico, offre ancora più opzioni per viaggiare in Asia e Medio Oriente quest’estate, con un servizio settimanale per la capitale giordana Amman e voli due settimanali per Tel Aviv.

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