Iberia-Air Europa: così
è fallito il matrimonio
che la Ue non ha mai amato

E’ stata una storia durata più di cinque anni, durante i quali abbiamo assistito a un lungo braccio di ferro tra la casa madre di Iberia, Iag, e la Commissione europea, da subito scettica sull’operazione di acquisizione di Air Europa. Nel corso di questi anni c’era stato anche un passo indietro dopo il primo no, supportato dalla situazione dell’emergenza Covid che aveva fatto desistere il gruppo che controlla anche British, Vueling e Aer Lingus a mettere in campo nuovi investimenti.

Ora invece sembrava essere arrivata la parola fine, con Iberia pronta a fare i sacrifici richiesti e già in contatto con altri vettori per la cessione degli slot ‘incriminati’ per fare così decollare un progetto a lungo accarezzato.

Il colpo di scena

Ma all’ultimo è arrivata la doccia fredda: i previsti sacrifici richiesti dalla Ue si sono invece rivelati vere e proprie amputazioni impossibili da digerire. A partire dalla cessione di 21 aerei della flotta per arrivare poi alle centinaia di slot da cedere, obbligo di accordi commerciali, cessione di biglietti già venditi, sinergie e quant’altro. Un massacro e soprattutto un’operazione di una complessità che non si era mai vista prima.

Dietrofront

Per Iag è stato impossibile andare avanti e il gruppo ha deciso di alzare bandiera bianca, con in più la ‘beffa’ di dovere pure pagare una penale a Air Europa, con somma gioia del patron di Globalia Juan Josè Hidalgo. E potrebbe esserci anche una seconda beffa: da qualche parte si inizia infatti a mormorare che la decisione sia stata politica, per potere poi favorire un altro pretendente: Air France-Klm.

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