Il commento del direttore
Remo Vangelista
Lufthansa, Air Canada, Scandinavian Airlines, Thai Airways e United Airlines. Era il maggio del 1997 e le 5 compagnie aeree, provenienti da angoli diversi del mondo, lasciavano a bocca aperta il mercato annunciando la prima grande alleanza globale del trasporto aereo.
Nacque così Star Alliance, il primo network globale dei cieli. Un'innovazione che portò quelli che sino a quel momento erano stati competitor a mettere in comune la propria offerta.
Offerta che attualmente dispone di un network di oltre 1.300 destinazioni e 18mila voli a settimana in 191 Paesi, a cui contribuiscono 28 compagnie partner, movimentando più di 14 milioni di clienti ogni anno.
Una strategia visionaria
“I nostri padri fondatori hanno avuto una visione molto lungimirante - dichiara Jeoffrey Goh, che lo scorso gennaio ha assunto la carica di ceo di Star Alliance -. Da quel momento il destino di Star è stato quello di guidare l’innovazione nel settore del trasporto aereo”.
Da quel maggio del 1997, in brevissimo tempo altri player dei cieli hanno capito che il concetto di ‘fare squadra’ poteva essere vincente rispetto al giocare da soli: la brasiliana Varig si unisce a Star a ottobre dello stesso anno, e 17 mesi dopo arrivarono nel network Ansett Australia e Air New Zealand.
Il mondo sembrava farsi in un certo senso sempre più piccolo, o comunque più accessibile, mentre le dimensioni del network Star aumentavano.
I nuovi membri
A ruota seguirono gli ingressi di Ana, Austrian e Singapore Airlines, mentre con il 2000 fu la volta di Bmi e Mexicana. Alla fine di quell’anno presero vita due grandi innovazioni: lo StarNet, una piattaforma IT in grado di connettere tutti i sistemi di booking delle aerolinee partner, e l’Amt, il board esecutivo dell’alleanza. Da qui presero il via anche i vari carnet suddivisi per continenti sotto l’egida Star Alliance.
Asiana, Spanair e Lot diventano membri Star tra il 2002 e il 2003, seguite da Us Airways, Blue 1, Adria Airwas e Croatia, primi vettori regional.
Tap, Swiss e South African si unirono nel 2005, mentre i primi vettori cinesi a diventare partner della rete furono Air China e Shanghai Airlines nel 2007.
Gli ultimi dieci anni hanno poi visto l’arrivo di vari player del Nord Africa e Medioriente, come Turkish o Egyptair, al pari di vettori latinoamericani come Avianca, Taca e Copa Airlines. Eva Air e Air India sono gli ultimi due big che si sono uniti a Star Alliance.
Ora che la sfida non è più sul fronte quantitativo, l’obiettivo primario del network dei cieli nel suo terzo decennio di vita è sulla qualità: e la parola d’ordine è una sola, tecnologia.