Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’industria dell’aviazione gode di buona salute. Almeno sul fronte del traffico, visto che i dati Iata relativi allo scorso aprile segnano un Rpk in aumento del 6,2% sullo stesso mese del 2017. Una risalita della domanda nel comparto, dunque, che però potrebbe essere funestata nel prossimo futuro dall’incremento del prezzo del petrolio. “Prevediamo che la richiesta del mercato rimanga elevata – commenta Alexandre de Juniac, d.g. e ceo della Iata -, ma possiamo stimare che il 2018 non sarà più contrassegnato dalle tariffe basse che hanno invece contraddistinto il 2017, dato l’incremento del prezzo del petrolio”.
Sono già diversi i player del settore che si sono espressi su questo tema: Michael O’Leary, analizzando i positivi dati del trimestre ha infatti messo le mani avanti, anticipando che le tariffe dei biglietti del vettore vedranno un aumento del 4% se il costo del greggio continuerà a rimanere pari (se non superiore) ad 80 dollari al barile. Una rivoluzione, per la low cost irlandese, che ha sempre fatto delle 'tariffe più basse del mercato' il suo claim.
Mentre stando a quanto riporta il portale spagnolo Preferente c’è anche chi non si è limitato a tracciare stime, ma è passato all’azione. Air Europa, riporta infatti il sito iberico, ha adeguato al rialzo i biglietti aerei che facevano parte dei pacchetti viaggi assemblati dal t.o. Travelplan, per i voli acquistati entro il 19 maggio scorso e diretti verso il continente americano. Un primo segnale, per ora limitato, ma pur sempre un segnale.