Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’Unione europea si prepara a infrangere l’ultimo muro: dopo aver riscritto le regole per i pacchetti turistici, ora potrebbe inserire una tassa sui viaggi in aereo. O meglio, sul carburante. L’obiettivo sarebbe ambientale e, dunque, l’effetto ricercato sarebbe quello di ridurre il numero dei voli per diminuire le emissioni di CO2; il tutto con un ritorno economico per le casse dell’Ue.
L’anticipazione arriva da ilsole24ore.com, sulla base di informazioni diffuse dall’associazione ambientalista Transport & Environment. Secondo le indiscrezioni la discussione si aprirà a giugno, dopo le elezioni. Ed è la prima volta, mette in evidenzia il portale del quotidiano finanziario, in cui si parlerà di tasse sull’aviazione. In base agli studi preliminari, la perdita di competitività e posti di lavoro (entrambe comunque messe in conto) potrebbe essere considerata accettabile.
Lo scenario per l’Italia
Per quanto riguarda l’Italia, vengono infatti disegnati tre scenari con le relative conseguenze. In caso di abolizione dell’Iva sui biglietti aerei, ad esempio, aumenterebbero di sicuro voli e posti di lavoro, con un valore aggiunto del settore a +11%. Ma crescerebbero di uguale percentuale anche le emissioni di CO2, oltre al numero di persone esposte al dimore degli aeroporti.
Inoltre viene calcolata una perdita di posti di lavoro in altri settori, il che porterebbe il bilancio a zero. Senza contare il calo delle entrate fiscali.
L’estensione dell’Iva o la tassazione del kerosene, invece, avrebbe effetti trascurabili sul Pil, perché i passeggeri sceglierebbero comunque altri mezzi di trasporto, ma le emissioni sarebbero tagliate. E le entrate fiscali aumenterebbero. Anche se, per i viaggi aerei, la perdita di passeggeri si attesterebbe al 7%.
Il quotidiano ipotizza anche che lo scenario dell’eventuale tassazione potrebbe essere completato con una serie di misure di sostegno al trasporto aereo.