Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’amministrazione Trump alza l’asticella nella guerra tra Airbus e Boeing. Entrerà infatti in vigore dal 18 marzo l’aumento dal 10 al 15% dei dazi sugli aerei Airbus importati dall’Unione europea. Una mossa che fa seguito a quella dello scorso ottobre, quando Washington aveva imposto tariffe del 10% sui velivoli.
Le mire protezionistiche Usa sugli scambi commerciali rischiano di rallentare l’avanzata del gruppo aerospaziale europeo che, dopo la crisi di Boeing causata dalla messa a terra dei 737 Max, ha portato a casa il record di 863 jet commerciali consegnati.
Una mossa che il costruttore europeo commenta con due sole parole: “profondo rammarico”. La decisione, continua la nota di Airbus, "aggrava ulteriormente le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e l'Ue, creando così maggiore instabilità per le compagnie aeree statunitensi che già soffrono per la carenza di aerei”.
Il prezzo dei velivoli lieviterà
L’aumento dei dazi, infatti, secondo Il Sole 24 Ore farà inevitabilmente lievitare il prezzo degli aerei prodotti in Europa e già ordinati dalle compagnie aeree statunitensi. A tutto ciò si aggiunge il fatto che alcuni stabilimenti europei sembra non riescano a tenere il ritmo di produzione proprio degli A320, i velivoli a medio raggio che competono con i 737 Max.
Gli ordini continuano ad arrivare
Un momento di difficoltà, dunque, che la mossa di Trump potrebbe aggravare, se non altro a lungo termine. Per ora, infatti, gli ordini dagli Usa continuano ad arrivare, tanto da rendere ‘sold out’ la produzione di Airbus fino a tutto il 2025. “La decisione - prosegue la dichiarazione dell’azienda di Tolosa - ignora le numerose dichiarazioni presentate dai vettori americani, sottolineando il fatto che sranno loro, alla fine, che dovranno pagare queste tariffe”.
Airbus annuncia anche l’intenzione di portare avanti le discussioni con i suoi clienti statunitensi, “lavorando con loro per mitigare il più possibile gli effetti delle tariffe”.