Il commento del direttore
Remo Vangelista
Saranno margini risicati, appena l’1 per cento rispetto al giro d’affari. Ma per le compagnie aeree internazionali significherà comunque la fine di un incubo, l’uscita da un lungo tunnel per il quale, a lungo, si è temuto di non riuscire a vedere la fine. E’ stato il ceo della Iata Willie Walsh a dare l’importante notizia al comparto nel corso dei tradizionali Global Media Days dell’associazione che si sono tenuti a Ginevra: il 2022 sarà l’ultimo anno in cui l’aviazione civile chiuderà in rosso a causa degli effetti della pandemia.
"La resilienza è stata il segno distintivo per le compagnie aeree nella crisi Covid-19 – ha evidenziato Walsh -. Mentre guardiamo al 2023, la ripresa finanziaria prenderà forma con un primo profitto del settore dal 2019. Questo è un grande risultato considerando l'entità del danno finanziario ed economico causato dalle restrizioni imposte dal governo dalla pandemia".
Le cifre
Naturalmente la strada per la completa ripresa dei vettori sarà ancora lunga, considerando che margini dell’1 per cento sono poca cosa rispetto a quanto lasciato sul campo nel periodo, 220 miliardi secondo un recente studio condotto da Cirium. E non va dimenticato che alcune compagnie sono ancora alle prese con la restituzione dei prestiti statali ottenuti per potere sopravvivere quando il blocco pressoché totale aveva di fatto annullato le entrate finanziarie. Inoltre sono sopraggiunte le mine vaganti del conflitto Russia-Ucraina in aggiunta ai rincari del carburante e all’aggravarsi della situazione economica generale.
Il vento è cambiato
Ma nel settore, è apparso chiaro sin da quest’anno, il vento sembra essere cambiato e la ripresa dei viaggi si è fatta sentire in maniera marcata sul fronte del leisure e ora, secondo quanto confermato anche dagli addetti ai lavori in diversi interventi, si sta iniziando a sentire la ripresa anche nel fondamentale segmento del business travel. Non a caso, sempre secondo la Iata, se il 2022 si chiuderà ancora con il segno meno, questo sarà ‘solo’ per 7 miliardi di dollari, un sesto rispetto all’anno scorso. Insomma, il business è ripartito, i vettori hanno ripreso a lavorare a pieno ritmo: fondamentale ora non abbassare la guardia di fronte alla nuove sfide.