Il commento del direttore
Remo Vangelista
Revisione del piano industriale Alitalia approvata dal cda. Ma rimane il no dei francesi.
Si è concluso con questo verdetto il cda fiume di Az, presieduto da Roberto Colaninno affiancato dall'a.d. Gabriele del Torchio, che ieri sera ha infiammato i corridoi della sede della Magliana e che il mercato attendeva con apprensione.
La partita in gioco del resto è alta e il fatto che sia necessario prendere ancora del tempo per valutare bene la situazione è confermata dal rinvio al prossimo 27 novembre del termine ultimo per aderire all’aumento del capitale o meno.
I francesi scelgono la prudenza, per soppesare dovutamente le proprie mosse: l’attenzione del gruppo franco-olandese per la vicenda Alitalia, oltre che dal carteggio di fuoco che ha segnato le relazioni tra i vertici dei due vettori, è anche dimostrata dal fatto che in sua rappresentanza, ieri sera, abbia preso parte all’incontro l’ex presidente Af-Klm, Jean Cyril Spinetta.
Un uomo che ha giocato un ruolo importante nel passaggio ai soci privati di Cai già nel 2008, e che a distanza di 5 anni si ritrova tra le mani una seconda opportunità per fare la voce forte nella partita dei cieli italiani ed europei.
Nei fatti, il cda ha dato l’ok a una revisione del piano basato "sulla ricerca di una accresciuta efficienza nella gestione delle attività - si legge in una nota diffusa da Az ieri in tarda serata - e su un miglioramento della capacità di competere sul mercato, anche attraverso una severa riduzione dei costi".
Dal punto di vista operativo, tutto questo si traduce in una "riduzione degli aerei a medio raggio - prosegue ancora il documento -, con il mantenimento del numero di ore volate rispetto al 2013, grazie a un miglior utilizzo della flotta". Sul fronte long haul, l’obiettivo è invece quello di aumentare i voli internazionali e intercontinentali.
Un progetto che tra l’altro sembra discostarsi da quell'ipotesi ‘lacrime e sangue’ che circolava qualche settimana fa, e più vicino invece a quanto indicato dal ministro ai Trasporti, Maurizio Lupi. Il programma, secondo quanto riporta oggi Il Messaggero, prevede così tagli per almeno 2mila dipendenti anziché 4mila, con una contropartita di risparmi complessivi che scendono dai 400 milioni inizialmente previsti a 200 milioni di euro.