Il commento del direttore
Remo Vangelista
È una battaglia senza esclusione di colpi e che si gioca, ormai, su più fronti, come tutti i grandi scontri della storia. La battaglia è quella che coinvolge i portali di affitti brevi e lo Stato, in particolare il Mef e l’Agenzia delle Entrate.
Nodo del contendere, la cedolare secca del 21 per cento sugli affitti brevi che il Governo ha inserito nella ‘manovrina balneare’ di giugno. E che da quel dì vede l’uno contro l’altro armati Airbnb, Booking e gli altri portali impegnati in una battaglia campale contro lo Stato italiano. (...)
Su TTG Magazine in distribuzione da oggi e consultabile online nella Digital edition, l’attenzione viene portata sul tema della cedolare secca che sta coinvolgendo i grandi player del web. I big del calibro di Airbnb e Booking, infatti, starebbero cercando, con modalità differenti l’uno dall’altro, di prendere tempo per il versamento della tassa che vede la deadline al prossimo 16 ottobre.
Uno scontro che contrappone la piattaforma per affitti brevi e il Governo italiano sin dalla scorsa estate, quando l’Agenzia delle Entrate ha fatto due calcoli sulle imposte che venivano di fatto non riscosse dagli affitti brevi. E il bottino equivale a circa 81 milioni di euro per il 2017 e a poco meno di 140 milioni di euro per il prossimo.
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